Officina38

Business Manager e Business Suite: domande e risposte

Business Suite

[6’ di lettura]   Presto o tardi, direttamente o indirettamente… chi vuole avere una minima visibilità sui social  è destinato ad avere a che fare con Meta, l’azienda madre di Facebook e Instagram. Ecco perché, in virtù della nostra pluriennale esperienza con i (talora) contorti vicoli di Meta, abbiamo pensato di condividere una serie di domande e risposte relative a Business Manager e Business Suite, col fine di sciogliere alcuni dei dubbi che abbiamo riscontrato più di frequente, tanto da parte nostra quanto da chi ci ha chiesto una mano.   1) Cos’è Meta Business Suite? Supponendo che Meta sia una casa, possiamo immaginare Business Suite come uno spazio d’ingresso, un corridoio o un’anticamera. Meta Business Suite, infatti, è lo strumento che ci permette di programmare post e storie, collegando la pagina Facebook e l’account Instagram, monitorare gli insights e controllare le notifiche di entrambe le piattaforme. Insomma, è la risorsa che ci permette di avere sempre sotto controllo le principali attività di gestione, pubblicazione e promozione della nostra pagina, in versione semplificata.   2) Come faccio a creare Business Suite per la mia pagina? In realtà non è necessario, Business Suite si crea automaticamente per ciascuna Pagina Facebook (e non, quindi, per i profili personali!).   3) Ok. E come faccio a creare una pagina? È molto semplice: basta avere un profilo Facebook personale e, una volta fatto l’accesso, andare alla voce “Menu”, cliccare “Pagine”, poi “Crea” in alto a sinistra e seguire la procedura.   4) Quali sono le differenze tra Business Suite e Business Manager? Possiamo dire che si tratta di due facce della stessa medaglia, in cui Business Suite è lo strumento più familiare e intuitivo (potremmo dire “entry level”), mentre Business Manager è quello più tecnico e professionale (e, talvolta, ostico).   5) A cosa serve quindi Business Manager, nello specifico? Come suggerisce anche il nome, si tratta dello strumento professionale per la gestione delle Sponsorizzazioni. In italiano, “Gestione Inserzioni”. All’interno di Business Manager, infatti, si trova l’account pubblicitario: si tratta dello strumento indispensabile, collegato ad un metodo di pagamento sicuro, per procedere con attività pubblicitarie su Facebook e Instagram.   6) Posso fare sponsorizzazioni su Facebook o Instagram senza utilizzare Business Manager? Tecnicamente sì, in pratica è un’azione caldamente sconsigliata. Cliccando sul tasto “Promuovi post” (che si trova sotto quasi ogni post) è possibile procedere con la sponsorizzazione dello stesso, avendo però opzioni di scelta molto limitate. Non a caso, si tratta di un approccio amatoriale e fai-da-te che non permette di impostare e monitorare la campagna in modo completo, così come non permette di bypassare diverse impostazioni di default di Meta. Tutto ciò, senza considerare il fatto che – procedendo direttamente da Facebook o Instagram – non è possibile sponsorizzare un contenuto diverso da quelli già presenti sui nostri profili. Su Business Ads, di contro, è possibile creare contenuti ad hoc in esclusiva per la nostra sponsorizzazione.   7) Devo avere un profilo Facebook personale per usare Business Manager? Sì. Nel momento in cui si viene aggiunti all’account Business Manager, la piattaforma chiede di inserire la password con cui si accede a Facebook – quella cioè del proprio account personale.  Questa procedura serve per confermare l’identità. Senza questo passaggio non è possibile utilizzare Business Ads.   8) Posso eliminare un account Business Manager? Sì, è possibile, a patto di essere amministratori dello stesso.  Per farlo è necessario essere all’interno dell’account Business Manager da eliminare, cliccare su “Informazioni business” nella colonna a sinistra e poi cliccare in alto a destra sulla voce “Elimina in modo permanente l’account Business Manager”.   9) E l’account pubblicitario si può eliminare? Sì, è possibile chiuderlo. Basta andare alla voce “Account pubblicitario” nella colonna a sinistra, cliccare i tre punti in alto e destra e scegliere la voce “Chiudi account”.   10) È possibile togliere un account pubblicitario una volta aggiunto ad un Business Manager? No. Ecco quindi che questo passaggio richiede estrema attenzione. I modi per aggiungere un Account pubblicitario, infatti, sono 3: creandolo direttamente all’interno del proprio Business Manager, aggiungendolo al proprio BM oppure richiedendone l’accesso. Solo nel caso in cui si richieda l’accesso ad un account pubblicitario già esistente è poi possibile rimuoverlo dal proprio Business Manager, mentre negli altri casi non è possibile “sganciare” l’account pubblicitario dall’account BM a cui è stato associato.   11) È possibile creare un account pubblicitario indipendentemente da qualsiasi Business Manager? Ni. Quando ci si iscrive a Facebook, ci viene assegnato per impostazione predefinita un account pubblicitario, dotato di ID. Tuttavia, per fare pubblicità con Gestione inserzioni, bisogna disporre di una Pagina Facebook o avere un ruolo da amministratore, editor o inserzionista nella pagina di qualcun altro, oltre che aver configurato un metodo di pagamento valido. Se invece già si possiede un account pubblicitario, ma si vuole crearne uno nuovo, bisogna disporre di un account Business Manager (per – come già detto – creare un account pubblicitario nuovo, aggiungerlo o richiederne l’accesso).   12) Se ho aggiunto per errore una pagina Facebook nel mio Business Manager, che faccio? Puoi sempre eliminarla. A differenza degli account pubblicitari, le pagine Facebook si possono “sganciare” facilmente dal BM e associare eventualmente ad altri.   13) Posso togliermi dal ruolo di amministratore del Business Manager? Sì. Puoi rimuoverti autonomamente o chiedere ad un altro amministratore di farlo. Ovviamente tieni presente che potresti essere rimosso da qualunque amministratore in qualsiasi momento, ragione per cui gli amministratori è bene che siano sempre persone fidate e/o professionisti seri.   Hai altri dubbi? Non esitare a scriverci sui social o all’indirizzo info@officina38.com per sapere di più su come possiamo aiutarti!

Il valore della comunicazione interna e B2B: non solo like e follower

Che si tratti di clienti B2B, di stakeholder istituzionali o dei dipendenti stessi di una società, ci sono tante buone ragioni per dedicare attenzione alla comunicazione interna o mirata ad un pubblico specifico, sapendo che un investimento in questa direzione porterà valore tangibile sotto diversi punti di vista.  Se pensate che una casa di produzione creativa come Officina38 realizzi video, strategie e piani editoriali destinati esclusivamente alla comunicazione esterna – come spot tv, campagne social, siti web per un pubblico allargato – oggi vi riveliamo un lato diverso e altrettanto affascinante del nostro lavoro. Non è insolito, infatti, che si rivolgano a noi aziende interessate a coinvolgere in modo efficace altri tipi di target. Vediamo insieme come!   Informare, fidelizzare, vendere: la comunicazione B2B Quando si parla della comunicazione di un brand, il primo pensiero va abitualmente alla sua immagine pubblica, e facilmente si “valuta” la sua notorietà a portata di click: quanto è visibile sul web? Quanti follower ha sui social?  In realtà, per molte aziende Business to Business, avere una copertura mediatica allargata o una forte visibilità sui social può non essere un obiettivo prioritario. Questo non significa che la comunicazione non abbia un ruolo strategico!  Se, ad esempio, la mia società produce macchine industriali, o materiali ad uso medico, potrei aver bisogno di intercettare il mio target attraverso canali specifici. Anche i contenuti saranno differenti: in molti casi, l’informazione corretta e completa – anche a livello tecnico – sulle funzionalità del mio prodotto avrà un ruolo determinante. È qui che interviene Officina38: per clienti come Zhermack, fra i maggiori produttori e distributori internazionali di materiali e soluzioni per il settore dentale, e Multitel, storico gruppo industriale che produce piattaforme aeree autocarrate e cingolate, produciamo video tutorial e presentazioni tecniche ad hoc studiate per conciliare accuratezza, chiarezza ed efficacia. Spiegare e presentare bene il proprio prodotto significa valorizzarlo, e valorizzarlo significa venderlo di più e meglio.  A seconda delle esigenze, i video destinati a un target B2B possono avere un taglio più informativo/didascalico, ma anche dare spazio alla creatività, alle emozioni, allo storytelling, per raccontare i valori aziendali o per mostrare il prodotto sotto una luce nuova e accattivante.  Alcuni frame tratti dai webisodes realizzati per raccontare i valori aziendali di Multitel    Un altro caso tipico in cui la comunicazione B2B ricopre un ruolo fondamentale è la partecipazione alle fiere di settore. Progettare un layout attrattivo per lo stand, realizzare i giusti materiali da mostrare e distribuire, realizzare un video efficace e fruibile in quel contesto sono gli aspetti che concorrono maggiormente a intercettare il target di riferimento. Visual & graphic design, content strategy, copywriting sono le competenze che offriamo in questi casi accanto alle skill specifiche per la produzione di materiale foto e video, per fornire un servizio completo che accompagni il cliente dalla progettazione fino al giorno della fiera. Frame di un video prodotto per Zhermack in occasione della fiera mondiale IDS a Colonia   Coinvolgere, formare, prevenire: la comunicazione interna Quali motivi spingono un’azienda a investire sulla comunicazione interna? Pensando alle aziende con cui lavoriamo, ne distinguiamo almeno tre: creare senso di appartenenza e coesione interna, formare in modo proficuo lo staff e sensibilizzare per promuovere attivamente la sicurezza sul lavoro e i valori aziendali.    Creare senso di appartenenza Se oggi il team building è parte integrante delle politiche aziendali più diffuse, il lavoro sulla cultura interna e sulla “fidelizzazione” dei dipendenti non è forse ancora così scontato nel nostro Paese. D’altra parte, recenti fenomeni come la Great resignation o il Silent quitting potrebbero far riflettere in questa direzione.   Un’anticipazione ci arriva dai nostri clienti internazionali: in UK, dove da tempo il mercato del lavoro è più fluido di quello italiano, un’azienda sa che le sole leve economiche e contrattuali non sono sufficienti a “trattenere” nel tempo un dipendente. Investire sul senso di appartenenza non è quindi un plus riservato agli imprenditori illuminati, bensì una necessità strategica per gran parte delle aziende.  Come? Il primo passo è la condivisione interna intesa come coinvolgimento e non solo come passaggio di informazioni. Un esempio: la newsletter aziendale. Quanti la leggono davvero? Affidarsi a professionisti può aiutare non solo a renderla più gradevole e attrattiva, ma anche a trasformarla in uno strumento di reale scambio interno, ripensandola a partire dall’esperienza utente.  Sappiamo che gli operatori degli impianti industriali in molti casi non hanno (o non usano abitualmente) l’email aziendale. Per questo, nel caso di Sedamyl, azienda leader nella produzione di ingredienti per tutte le principali applicazioni alimentari e industriali, abbiamo studiato sistemi di diffusione ad hoc per ogni contesto, come i QRcode esposti negli stabilimenti produttivi o l’invio tramite whatsapp. Anche i contenuti sono stati rivisti per creare concretamente engagement: pubblicare su uno schermo accanto alla macchina del caffè la foto e il nome dei nuovi arrivati – o di chi ha fatto un salto di carriera o ricevuto un premio – genera interesse, alimenta conversazioni, crea coesione. Ci sono poi le iniziative che “superano” i confini aziendali per includere le famiglie dei dipendenti: le feste di Natale, i contest per i bambini, gli Open Day in cui i figli visitano il luogo di lavoro dei genitori. In questo frangente le aziende italiane hanno terreno fertile, perché la cultura della coesione informale tra colleghi e del coinvolgimento familiare sono diffuse e costituiscono un ottimo punto di partenza per generare valore tangibile e quindi un positivo “attaccamento” al posto di lavoro.    Formare per generare valore Quanto conta per un’azienda avere uno staff preparato, formato, aggiornato?  Se la risposta può sembrare ovvia, non è detto che le prassi consolidate, a volte secondo logica del “si è sempre fatto così”, rispecchino sempre l’importanza strategica di una formazione di alta qualità. Pensiamo, ad esempio, alle modalità di trasmissione interna delle istruzioni sull’uso di un nuovo macchinario. Per accertarsi che ogni dipendente sia attivamente coinvolto nella formazione tecnica, che riceva input chiari e che li recepisca in modo efficace, alcune aziende si rivolgono a noi.  Una soluzione è offerta dalla