Cos’è la color correction? Quali sono le differenze rispetto alla color grading? In quale momento del processo produttivo di un video si effettua? Esistono regole precise per una color correction ben fatta?
La color correction è uno dei molti step che caratterizzano lo sviluppo di un contenuto audiovisivo. Si tratta in realtà di un trattamento delle immagini decisivo per la buona riuscita del video che richiede un mix fondamentale di competenze tecniche e attitudine creativa.
Ma bando alle ciance e scopriamo insieme di cosa si tratta!
Cos’è la color correction?
È la correzione del colore complessivo delle immagini e delle scene contenute in un video, così che tutto appaia più bilanciato. Quasi sempre occorre lavorare sui contrasti, aumentare o diminuire la saturazione, dosare luci e ombre.
Ogni clip è modificata manualmente dal colorist, un professionista sempre più importante e richiesto che si occupa, per l’appunto, di color correction e color grading. Tra i software più utilizzati per fare questi interventi troviamo DaVinci Resolve di BlackMagic e Premiere Pro di Adobe.
Color correction primaria e secondaria
Per color correction primaria si intende l’intervento su tutta l’immagine, mentre per color correction secondaria si intende l’operazione solo su un’area (selezione) dell’immagine o su un singolo colore (presente in più zone dell’immagine).
Se, ad esempio, si desidera che una scena sia tendente al blu per creare tensione e suspense, allora occorre intervenire sulle parti che costituiscono l’ambientazione, escludendo però gli eventuali volti delle persone… per evitare uno spiacevole effetto puffo!
In cosa differisce dalla color grading?
La color grading è il processo creativo in cui vengono prese le decisioni per migliorare e stabilire un nuovo tono visivo al progetto. Questa operazione è considerata a tutti gli effetti una forma d’arte: attraverso la color grading, infatti, è possibile suscitare immediatamente stati d’animo nell’osservatore (rosso passionale? Arancio amichevole? Azzurro rassicurante?), ambientare la scena in un dato momento della giornata (immediatamente riconoscibile) oppure suggerire un’ambientazione specifica.
Quindi, come ottenere una buona gestione del colore?
Premesso che non esistono giusto e sbagliato in senso assoluto, è però vero che bisogna avere alcune accortezze sin dal momento delle riprese. Ecco, quindi, alcuni suggerimenti per ottenere buoni risultati effettuando la color correction!
- Imposta “correttamente” il profilo colore della macchina da presa: la scelta di un profilo il più neutro possibile permetterà la buona riuscita delle riprese, pur con la garanzia di poterle rimaneggiare successivamente attraverso la color correction. Ad esempio, se si gira con un contrasto eccessivo, il rischio – una volta che si andranno a vedere a monitor le immagini – è di trovare porzioni di frame completamente bruciate, vanificando qualsiasi intervento ulteriore e mettendo a rischio l’utilizzabilità stessa del girato.
- Regola luci e ombre: regolare luci e ombre è fondamentale e, spostandole “su o giù”, si ottengono importanti cambiamenti complessivi su tutta l’immagine. Inoltre, è buona regola partire dalla loro regolazione e lasciare per ultimi i mezzitoni: questi ultimi, infatti, non intaccano luci e ombre, ragione per cui possono essere lavorati successivamente.
- Svolgi le operazioni nel giusto ordine: rimuovi gli artefatti ed elimina il rumore; bilancia le riprese regolando neri/mezzitoni/bianchi, saturazione e bilanciamento del bianco; esegui la color grading; ridimensiona e dedicati alle ultime finiture.
Vi lasciamo con un piccolo assaggio di… polpetta di pecora!