Personal branding e CEO branding su Linkedin: quanto ne sai?
Con 1 miliardo di utenti nel mondo – di cui 16 milioni in Italia – LinkedIn è per antonomasia il social network delle relazioni professionali. E se 58 milioni di imprese hanno una pagina aziendale, la loro presenza sulla piattaforma è in realtà molto più ampia e sfaccettata.
Merito del cosiddetto “CEO branding”, la strategia attivata da AD e manager che scendono in campo per comunicare direttamente attraverso i rispettivi profili personali. Una scelta incentivata dalle logiche stesse di LinkedIn, così come dai trend del marketing e della comunicazione in generale.
Del resto, se i brand cercano da tempo di raccontarsi come persone, non sorprende che le persone “vere” possano raccontare i brand in modo efficace. E in molti casi vincente.
E allora, come curare la comunicazione del proprio profilo LinkedIn?
Come raccontare il nostro lavoro in modo efficace e strategico – anche per la nostra azienda – senza per questo rinunciare a esprimere la nostra personalità?
Ne parliamo in questo blog post attingendo alla nostra esperienza diretta. Perché Officina38 supporta gli imprenditori anche in questo frangente!
LinkedIn: perché dovresti esserci
Anche in caso siate “poco social”, LinkedIn è un canale che potreste prendere in considerazione. Perché come dicevamo è uno strumento di comunicazione strettamente professionale. Niente gattini e buongiornissimi, insomma… che a dire il vero si possono evitare anche sugli altri social, ma questa è un’altra storia.
A cosa serve LinkedIn?
Ecco i principali usi che possono farne professionisti e aziende:
- fare networking mirato
- seguire i trend del proprio settore
- tenere d’occhio i competitor
- rafforzare la propria brand identity
- farsi conoscere (brand awareness & positioning)
- rafforzare il proprio posizionamento su Google
- valorizzare e raccontare la propria esperienza
- costruire reputazione e credibilità professionale
- trovare nuovi clienti / fornitori / investitori
- attrarre e fidelizzare talenti
Come utilizzare LinkedIn per goderne i vantaggi
Che si punti sulla pagina aziendale, sul profilo personale o su entrambi, per godere delle opportunità offerte da LinkedIn sarà necessario utilizzarlo con approccio professionale.
Le buone prassi:
- avere un profilo completo e curato in ogni sua parte
- utilizzare foto e video di qualità professionale
- scrivere testi efficaci e orientati all’obiettivo
- pubblicare contenuti con continuità
- alimentare la propria rete di contatti
- leggere il feed con continuità
- seguire i Gruppi LinkedIn del settore
- seguire e partecipare attivamente ai dibattiti di interesse
A queste si aggiungono alcune accortezze tecniche, come l’impostazione delle opzioni di visibilità in base ai propri obiettivi o la scelta della modalità Content creator. Anche monitorare le nuove funzionalità offerte dalla piattaforma e i suoi trend sarà utile per non restare indietro.
Utilizzare LinkedIn in modo “fruttuoso” richiede quindi tempo, continuità e competenze specifiche. Per questo molte società si affidano a professionisti (come noi) per progettare e implementare la strategia di comunicazione della pagina LinkedIn aziendale. E sempre più spesso chiedono di supportare anche l’AD (o altre figure executive) nella cura dei rispettivi profili LinkedIn personali.
LinkedIn, personal branding e CEO branding
Sempre più professionisti e manager partecipano attivamente al mondo di LinkedIn, anche esponendo la propria immagine personale.
Quando qualcuno sceglie questa strada soprattutto per farsi portavoce dei valori e dei successi della propria azienda, allora si parla di “CEO branding”. E che siano effettivamente CEO o persone con altri ruoli di responsabilità, questa scelta personale è chiaramente preziosa per il brand. Vediamo perché funziona.
Comunicare attraverso un profilo personale permette innanzitutto di adottare un tono di voce maggiormente informale e diretto. Quando si esprimono opinioni e valutazioni, lo si fa “mettendoci la faccia”, e questo ha un valore importante in termini di credibilità. Intervenire in un dibattito a titolo individuale permette di costruire relazioni di stima personale che giovano all’immagine della propria azienda. Non solo: queste relazioni professionali possono spostarsi dall’online all’offline, trasformandosi in opportunità di collaborazione preziose tanto per le persone coinvolte quanto per le rispettive aziende.
Altri vantaggi del personal branding su LinkedIn
Sul piano pratico, ci sono anche vantaggi ancora più immediati e “terra a terra”.
Uno è legato agli algoritmi, che generalmente favoriscono le visualizzazioni dei post pubblicati sui profili personali, specialmente su quelli più attivi.
L’altro è legato alla natura umana. Pensate alla rete di contatti che avete costruito negli anni attraverso quel mix unico di esperienze personali e professionali che è la vostra vita. Pensate a quanti di loro potrebbero essere anche solo potenzialmente stakeholder per la vostra azienda. E ora chiedetevi: quanti fra loro seguono gli account istituzionali del vostro brand, e quanti vi seguono sui vostri social personali? E anche se foste persone “poco social”, quanti dei vostri conoscenti risponderebbero negativamente a una richiesta di collegamento personale via LinkedIn?
Ecco perché le persone sono uno dei canali di comunicazione più preziosi per un’azienda. Curare la pagina LinkedIn aziendale è fondamentale, ma avere persone che avvalorano la comunicazione del brand mettendoci la faccia è altrettanto strategico. Se poi l’azienda è vostra, esporvi personalmente potrebbe essere ancora più naturale ed efficace.
CEO branding e pagina aziendale: di cosa parlare su LinkedIn?
Se pubblicare contenuti con frequenza e costanza è una condizione necessaria, pianificare lo sarà ancora di più.
Certo, anche l’instant marketing ha il suo valore. Occorre seguire i trend del settore in cui si opera e saper intervenire con prontezza sui temi più dibattuti del momento. Per tutto il resto c’è il piano editoriale.
Sulla pagina LinkedIn aziendale troveranno spazio i focus sui valori del brand, la presentazione dei lavori più importanti, la dotazione tecnologica. Ci saranno contenuti dedicati alle competenze interne, allo staff, alla capacità di innovazione. Si farà recruiting. Si terrà traccia degli eventi istituzionali con relative menzioni e ringraziamenti.
E sul profilo personale?
Chi ha un ruolo in azienda può raccontare tutto questo attraverso un punto di vista e un tono di voce differenti. Magari andando un po’ oltre la semplice condivisione dei post aziendali.
Può portare una testimonianza diretta, raccontare come e perché un lavoro, un incontro, un cliente hanno portato valore al suo percorso professionale. Può soffermarsi più a lungo su un tema o un progetto specifico, magari taggando aziende e persone coinvolte.
In ogni caso, il suo contributo sarà tanto più rilevante quanto più sarà sincero: per essere credibili bisogna davvero credere in quello che si dice.
Ecco perché, quando supportiamo un professionista nella gestione del suo profilo LinkedIn, l’obiettivo principale è aiutarlo a dar voce ai suoi pensieri. Ci facciamo accompagnare nel suo mondo, analizziamo insieme gli aspetti che potrebbero essere valorizzati o raccontati meglio. Offriamo un boost tecnico nel trasformare esperienze e osservazioni in contenuti efficaci, quindi nel pianificarli e gestirli.
Diventare thought leader
La forma più alta e forse più interessante di partecipazione personale su LinkedIn è dunque quella che dà voce al pensiero. Esprimere opinioni, condividere spunti di riflessione e, perché no, chiedere pareri alla propria comunità di riferimento.
C’è chi la definisce “Thought Leadership”: una tipologia di content marketing orientata a diffondere insight e stimolare il dibattito fra esperti.
L’obiettivo principale qui non è la promozione del proprio brand, quanto piuttosto la partecipazione attiva allo scambio fra professionisti del settore. Chi ha un buon bagaglio di esperienze e capacità di visione porterà vantaggi a tutta la community. Guadagnerà autorevolezza personale. E probabilmente anche la sua azienda non potrà che beneficiarne.
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