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È Natale. È tempo di pubblicità

Natale è ormai alle porte e noi di Officina38 nella nostra deformazione professionale, abbiamo pensato di dedicare l’ultimo blog post di quest’anno agli spot pubblicitari natalizi, passati e presenti, che hanno maggiormente fatto breccia nell’immaginario collettivo, emozionando o facendo ridere: quei tormentoni che ricordiamo ancora oggi a vent’anni di distanza.

Una lettura che speriamo possa accompagnarvi piacevolmente verso un periodo di relax, affetti, buon cibo e nuove pubblicità televisive 😊

La realizzazione di uno spot che celebri le festività natalizie ha certamente come fine ultimo quello di accrescere le proprie vendite e la brand awareness.

Cogliendo l’occasione per augurare buone feste ai propri clienti, i brand possono affiancare ai propri valori quelli più tipicamente ‘natalizi’ al fine di esaltarli o valorizzare la propria immagine attraverso uno storytelling fortemente (e giustificatamente) emozionale.

Qualunque sia l’obiettivo comunicativo, è fondamentale trovare un’idea fresca ed uno specifico target, per non ricadere nella banalità del “già visto”.

Il potere dello storytelling.

Immaginate un vostro competitor che realizza uno spot più efficace ma ad un decimo del vostro budget. Pensate non sia possibile? Hafod Hardware ci è riuscito!

Una piccola ferramenta irlandese, quest’anno, nonostante l’esiguo budget ha ottenuto più successo di Sainsbury e John Lewis, i due più importanti magazzini inglesi noti per le loro costose  ed “elaborate” pubblicità natalizie.

In termini generali, è indubbio che molti spot di Natale vengano realizzati da prestigiose agenzie pubblicitarie investendo ingenti somme di denaro; tuttavia, come appena visto, questo non è automaticamente garanzia di successo.

Infatti, la vera sfida è quella creativa legata alla capacità di raccontare una storia nel modo giusto, conformemente ai propri obiettivi e alla propria brand identity, arrivando dritti al cuore e ai bisogni dei consumatori.

Un altro rischio, sempre vivo nella comunicazione commerciale, è quello di sbagliare linguaggio e/o messaggio, venendo fraintesi: questo è precisamente quanto successo ad un’azienda newyorchese quotata in borsa, la Peloton, specializzata nella produzione e vendita di articoli sportivi. Nel suo spot pubblicitario The Gift That Gives Back (appositamente concepito per Natale) l’azienda mostra il miglioramento fisico di una donna, nell’arco di un anno (tra un Natale e l’altro), grazie al dono fattogli dal marito, ovvero una cyclette Peloton. Lo spot è stato tacciato di essere sessista ed offensivo, causando una perdita di circa 900 milioni di dollari all’azienda.

L’evoluzione dello stile comunicativo.

Parlando di spot pubblicitari, un altro interessante spunto di riflessione è quello relativo al linguaggio e allo stile comunicativo adottati nel corso degli anni. Per dirla in modo diverso, uno spot degli anni Ottanta ed uno del 2019 si assomigliano oppure no?

Certamente la risposta è no. La differenza principale sta nel fatto che si è sempre più andati nella direzione dei cosiddetti branded content, ovvero contenuti editoriali creati ad hoc per raccontare e rappresentare i valori della marca.

Per cercare di comprendere meglio questo concetto, possiamo prendere ad esempio il linguaggio di un brand conosciuto da tutti: Apple.

Sin dal 1984, quando realizzò il suo primo e memorabile spot pubblicitario, l’azienda di Cupertino fece leva su alcuni valori e su uno specifico stile di vita, evitando di mostrare platealmente l’oggetto pubblicizzato (in quel caso specifico, il computer Macintosh non venne mostrato affatto).

Quest’idea di raccontare la visione del mondo ed i valori propri di un brand o di un dato prodotto, prescindendo dal dover mostrare e descrivere i pregi e le caratteristiche del prodotto stesso, è sicuramente la soluzione ad oggi maggiormente praticata.

In passato, tuttavia, non si era ancora affermata una sensibilità commerciale di questo tipo e, quindi, era comune presentare il prodotto al pubblico facendo ricorso a giochi di parole, umorismo e mini-narrazioni seriali. L’obiettivo in molti casi era quello di creare veri e propri tormentoni, slogan facilmente memorizzabili o storie capaci di far affezionare i consumatori. E possiamo dire che ancora oggi nel rivedere molte di quelle pubblicità, è difficile non lasciarsi sfuggire un sorriso!

Gli spot di Natale che hanno fatto la storia.

A conferma del fatto che lo storytelling pubblicitario è cambiato molto negli anni, vogliamo proporvi una nostra piccola selezione di spot natalizi, dagli anni Ottanta ad oggi. Ma, prima di questo, vogliamo fare un tuffo nel passato, tornando al 1931, per raccontarvi la storia che sta dietro l’illustrazione pubblicitaria della Coca-Cola di quell’anno.

Nel 1931 la Coca Cola Company commissionò al disegnatore Haddon Sundblom delle illustrazioni pubblicitarie raffiguranti Babbo Natale. Sunblom, per ritrarre Babbo Natale, prese ispirazione da una poesia: “La visita di San Nicola” di Clement Clark Moore. Se prima di quell’anno Babbo Natale era raffigurato ora come un uomo alto e magro, ora come un elfo, con Sundblom la sua rappresentazione cambiò per sempre: il disegnatore concepì un’immagine piacevole, umana, tenera e paffuta di Santa Claus. Inoltre, contrariamente a ciò che si crede, Babbo Natale veniva ritratto con una veste rossa già nella poesia di Moore: dettaglio, questo, che Coca Cola non si fece sfuggire e che sfruttò sapientemente, legandolo per sempre al successo del proprio brand. L’obiettivo era chiaro: trasmettere un’immagine rassicurante, generosa e colorata – come quella di un nonno con i nipoti – per poi sovrapporla alla famigerata Coca Cola. Noi riteniamo che ci siano perfettamente riusciti, non credete?

Ma adesso è finalmente giunto il momento di descrivere e mostrare qualche spot natalizio di successo, che ha conquistato un posto nel cuore e nella memoria di molti di noi.

Erano i lontani anni Ottanta quando… quando l’azienda Bistefani, famosa soprattutto per i biscotti Krumiri, realizzò un celebre spot del suo panettone (per la precisione, era il 1985). Nello spot, l’attore Renzo Rinaldi, nel ruolo del burbero signor Bistefani, domanda infatti al suo socio pasticcere: “Ma chi sono io, Babbo Natale?”. Una battuta divenuta così famosa che, ancora oggi, è viva nella memoria di molte persone.

Rimanendo negli anni Ottanta, è quasi un dovere fare riferimento ad uno dei molti spot Coca-Cola, anche in questo caso proprio quello del 1985.

Vediamo infatti un gruppo di persone che si riunisce e canta insieme, condividendo emozioni positive, come quando si pranza o cena in compagnia, magari sorseggiando proprio della Coca-Cola.

Un’altra azienda le cui pubblicità natalizie sono entrate nell’immaginario collettivo, è certamente Bauli. Famoso era lo spot degli anni Ottanta con bambini e maestro di pianoforte in cui si sentiva cantare il motivetto “Ba-Ba-Bauli” da un piccolo coro di voci bianche. Nonostante la fortuna riscossa all’epoca, nei primi anni Duemila Bauli ha optato per un cambiamento di rotta, concependo l’ormai intramontabile brano “A Natale puoi”; infatti, a partire dal 2005, il brand si è identificato con questa canzone che ha ottenuto un enorme successo, superando per diffusione (almeno tra i più giovani) un brano del calibro di “Tu scendi dalle stelle”.

Per rimanere in tema di prodotti dolciari natalizi, un’altra famosa azienda del settore è Motta; particolarmente riuscita, nonché capace di strappare un sorriso, è la pubblicità del 2009 in cui il bambino protagonista, per paura che Babbo Natale possa farsi male mentre si cala dal camino, posiziona un panettone sotto l’apertura dello stesso, dicendo: “Buttati che è morbido!”

Era invece il 1995 quando la Ferrero realizzò un simpatico spot per Nutella; in questo commercial vediamo un paffuto Santa Claus di rosso vestito che, dopo aver consegnato i doni a tutti i bimbi, mangia un po’ della famosa crema spalmabile ed afferma “Nutella è così, sempre un po’ speciale, anche a Natale.” E poi aggiunge la celebre domanda retorica che, nel corso degli anni, sarebbe divenuta un vero e proprio slogan: “Che mondo sarebbe senza Nutella?”

Un altro spot probabilmente rimasto nella memoria collettiva è uno dei tanti realizzati da Vodafone. Per Natale 2003, la multinazionale della telefonia mobile sfruttò la sua testimonial dell’epoca: Megan Gale, ovviamente! Megan, bella e sorridente, ricorda al pubblico che “Il Natale Vodafone è tutto intorno a te! E in più, fino a giugno, ogni domenica parli gratis!” 😉

Infine, per giungere ai giorni nostri, abbiamo pensato di condividere con voi lo spot Apple di quest’anno, dal tono fortemente emozionale. Sperando di non farvi piangere come abbiamo fatto noi.

Ad essere pubblicizzato è il nuovo iPad, mostrato di sfuggita e senza particolare enfasi, per lasciare spazio ad una narrazione intima e commovente, pur nel suo realismo. Tutti questi elementi sono finalizzati a creare identificazione nel consumatore, inducendolo a sposare valori, mood e lifestyle di Apple, tanto nella gioia quanto nel dolore.

 

Il team di Officina38 vi augura un Natale gioioso, felice e spensierato con le vostre famiglie. Ci si rivede a gennaio, rigenerati e pronti a realizzare nuove pubblicità e contenuti audiovisivi per promuovere le vostre aziende.

Buone feste 🎅🏼

Il team di Officina38