Officina38

5 domande a Davide Bellucca

uella del fotografo è una delle professioni più ambite e inflazionate. Ecco perché abbiamo deciso di fare 5  domande ad un professionista: Davide. Nostro amico e collega, fotografo e responsabile di produzione di Officina38, possiede oltre dieci anni di esperienza alle spalle! 😎 Con l’avvento di canali social come Instagram, focalizzati sulle immagini fotografiche, in particolare fra i giovanissimi si è generato un grandissimo interesse e desiderio di condivisione. Se da un lato questo ha dato inizio ad un grande flusso creativo, dall’altro lato non possiamo nascondere che sono comparsi molti “professionisti improvvisati” a discapito di chi ha “fatto gavetta” e ha acquisito preparazione tecnica ed esperienza nel corso degli anni, magari affiancandosi ad un mentore. Facciamo un po’ di chiarezza! Tutti immaginiamo cosa può voler dire fare il fotografo. Ma cosa significa esattamente? Quali responsabilità comporta? Raccontaci un po’ la tua esperienza! In quanto fotografo professionista hai una grandissima responsabilità, perché a qualsiasi progetto tu stia lavorando, in qualsiasi luogo o condizione tu ti trovi, sei sempre soggetto alla legge del “buona la prima”. Penso ad alcuni reportage realizzati nella sedi europee delle Nazioni Unite. Lì non avevo mai, mai, una posa e dovevo rubare scatti dinamici e gioiosi da situazioni di workshop e convention in cui tutti erano seduti e concentrati. Infatti, un fotografo deve rendere bello ciò che non lo è necessariamente, accattivante ciò che può risultare noioso agli occhi degli altri. Foto di  Emanuele Reguzzoni che ritrae Davide   È necessario passare 12 ore dietro l’obiettivo per catturare l’attimo giusto? Bene, lo si fa. E se ad un professionista capita di vedere un fascio di luce che gli sembra particolarmente giusto o bello, lui lo rincorre quello scatto, anche se ha già sforato la tabella di marcia. Solo così è possibile portare a casa le immagini che il cliente desidera senza rinunciare a qualità e bellezza. Altra cosa importante, però, è avere sempre un PIANO B pronto all’uso, perché non è detto che tempo e condizioni siano sempre dalla nostra. Qual è stato il percorso che ti ha portato verso questa professione così richiesta e ambita al giorno d’oggi? Sono diventato fotografo più che altro per necessità. Prima di approdare a questo mestiere ho fatto altri lavori, nessuno dei quali mi rendeva appagato o felice. Ero sempre molto scontento. Inutile dire che, al contempo, ho sempre avuto una passione smisurata per la fotografia… intesa proprio come azione del prendere la macchina e scattare! Così un giorno ho scelto di mettermi in gioco. La mia prima volta è stata un servizio fotografico in occasione del matrimonio di alcuni amici e, con un po’ di sorpresa, ho scoperto di aver fatto davvero un buon lavoro. Questo mi ha ovviamente incoraggiato, facendomi dire: “Ok, ce la posso fare!” e ha acceso in me il desiderio di intraprendere questa strada in modo concreto, trasformando la passione in mestiere. Il mio vero battesimo nel mondo della fotografia, però, è stato l’incontro con Livio Bourbon, fotografo paesaggista del National Geographic. Il maestro vide alcuni dei miei scatti realizzati durante un viaggio in Cina e mi disse che, pur mancando ancora la tecnica (all’epoca ero ancora un autodidatta), avevo un bellissimo occhio. Quali sono le doti fondamentali di un fotografo e quali sono le dinamiche di un set? Le dinamiche di un set fotografico si definiscono ancor prima di iniziare a scattare. Tutto dovrebbe infatti cominciare con il sopralluogo della location in cui si andrà a scattare, sopralluogo al quale dovrebbe partecipare il fotografo ma del quale può farsi carico, qualora il fotografo non potesse, anche un assistente. Da questo punto di vista, possiamo dire che fare il fotografo è un po’ come essere regista: bisogna conoscere ed empatizzare con le persone, i luoghi e le situazioni. Altro aspetto fondamentale è la scelta di collaboratori, i quali devono essere quelli giusti in base alla tipologia di set. Ad esempio, fare un servizio fotografico di food è una cosa, mentre fare ritratti tutt’altra. In particolare, per un set fotografico è fondamentale la figura della truccatrice la quale deve essere scelta altrettanto attentamente, in base alla formazione e all’esperienza specifica che ha maturato nel tempo. Ad esempio, se è una professionista più orientata sul fashion probabilmente non sarà la scelta giusta per un servizio fotografico interno ad un’azienda medicale.     È poi fondamentale gestire il cliente sul set. Ovvero metterlo sempre nelle condizioni per cui può seguire quello che avviene senza interferire con il lavoro della troupe. Ad esempio, un espediente pratico che può tornare utile è l’utilizzo di un monitor a distanza. Questo permette al cliente di vedere quello che il fotografo sta scattando, senza che intervenga e interferisca con il suo lavoro. In generale, sarebbe buona regola condividere in anticipo le idee con il cliente (affinché le approvi), spiegando la linea che si intende seguire e dando delle reference, ovvero un’idea della tipologia di scatti che si andranno a realizzare. Questo permette di lavorare, da entrambe le parti, con una maggiore dose di serenità, chiarezza e fiducia. Per quanto riguarda le doti fondamentali di un fotografo, mi sento di dire che è necessario avere visione: ovvero avere sempre un’idea di quello che dovrà accadere. Oltre a questo, è importante avere tutto sotto controllo. Se non si sa con esattezza quello che succederà sul set, ad esempio, è necessario avere con sé il doppio dell’attrezzatura. Infatti, è meglio non fidarsi mai eccessivamente delle informazioni che si hanno (sia che arrivino dal cliente o dal brief dell’agenzia) ma portarsi, sempre, almeno il 50% in più di attrezzatura sul set. D’altronde, come si suol dire, prevenire è meglio che curare! Infine, da un punto di vista umano, è importante, come ho già detto, avere senso di responsabilità e self control ma soprattutto porsi con gentilezza e affabilità nei riguardi di tutti. L’empatia è un ingrediente base di ogni professione che, come quella di fotografo, richiede contatto con il pubblico e sensibilità. Oltre che fotografo sei anche responsabile di produzione. Cosa significa avere questo ruolo e in cosa