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Business Manager e Business Suite: domande e risposte

Business Suite

[6’ di lettura]   Presto o tardi, direttamente o indirettamente… chi vuole avere una minima visibilità sui social  è destinato ad avere a che fare con Meta, l’azienda madre di Facebook e Instagram. Ecco perché, in virtù della nostra pluriennale esperienza con i (talora) contorti vicoli di Meta, abbiamo pensato di condividere una serie di domande e risposte relative a Business Manager e Business Suite, col fine di sciogliere alcuni dei dubbi che abbiamo riscontrato più di frequente, tanto da parte nostra quanto da chi ci ha chiesto una mano.   1) Cos’è Meta Business Suite? Supponendo che Meta sia una casa, possiamo immaginare Business Suite come uno spazio d’ingresso, un corridoio o un’anticamera. Meta Business Suite, infatti, è lo strumento che ci permette di programmare post e storie, collegando la pagina Facebook e l’account Instagram, monitorare gli insights e controllare le notifiche di entrambe le piattaforme. Insomma, è la risorsa che ci permette di avere sempre sotto controllo le principali attività di gestione, pubblicazione e promozione della nostra pagina, in versione semplificata.   2) Come faccio a creare Business Suite per la mia pagina? In realtà non è necessario, Business Suite si crea automaticamente per ciascuna Pagina Facebook (e non, quindi, per i profili personali!).   3) Ok. E come faccio a creare una pagina? È molto semplice: basta avere un profilo Facebook personale e, una volta fatto l’accesso, andare alla voce “Menu”, cliccare “Pagine”, poi “Crea” in alto a sinistra e seguire la procedura.   4) Quali sono le differenze tra Business Suite e Business Manager? Possiamo dire che si tratta di due facce della stessa medaglia, in cui Business Suite è lo strumento più familiare e intuitivo (potremmo dire “entry level”), mentre Business Manager è quello più tecnico e professionale (e, talvolta, ostico).   5) A cosa serve quindi Business Manager, nello specifico? Come suggerisce anche il nome, si tratta dello strumento professionale per la gestione delle Sponsorizzazioni. In italiano, “Gestione Inserzioni”. All’interno di Business Manager, infatti, si trova l’account pubblicitario: si tratta dello strumento indispensabile, collegato ad un metodo di pagamento sicuro, per procedere con attività pubblicitarie su Facebook e Instagram.   6) Posso fare sponsorizzazioni su Facebook o Instagram senza utilizzare Business Manager? Tecnicamente sì, in pratica è un’azione caldamente sconsigliata. Cliccando sul tasto “Promuovi post” (che si trova sotto quasi ogni post) è possibile procedere con la sponsorizzazione dello stesso, avendo però opzioni di scelta molto limitate. Non a caso, si tratta di un approccio amatoriale e fai-da-te che non permette di impostare e monitorare la campagna in modo completo, così come non permette di bypassare diverse impostazioni di default di Meta. Tutto ciò, senza considerare il fatto che – procedendo direttamente da Facebook o Instagram – non è possibile sponsorizzare un contenuto diverso da quelli già presenti sui nostri profili. Su Business Ads, di contro, è possibile creare contenuti ad hoc in esclusiva per la nostra sponsorizzazione.   7) Devo avere un profilo Facebook personale per usare Business Manager? Sì. Nel momento in cui si viene aggiunti all’account Business Manager, la piattaforma chiede di inserire la password con cui si accede a Facebook – quella cioè del proprio account personale.  Questa procedura serve per confermare l’identità. Senza questo passaggio non è possibile utilizzare Business Ads.   8) Posso eliminare un account Business Manager? Sì, è possibile, a patto di essere amministratori dello stesso.  Per farlo è necessario essere all’interno dell’account Business Manager da eliminare, cliccare su “Informazioni business” nella colonna a sinistra e poi cliccare in alto a destra sulla voce “Elimina in modo permanente l’account Business Manager”.   9) E l’account pubblicitario si può eliminare? Sì, è possibile chiuderlo. Basta andare alla voce “Account pubblicitario” nella colonna a sinistra, cliccare i tre punti in alto e destra e scegliere la voce “Chiudi account”.   10) È possibile togliere un account pubblicitario una volta aggiunto ad un Business Manager? No. Ecco quindi che questo passaggio richiede estrema attenzione. I modi per aggiungere un Account pubblicitario, infatti, sono 3: creandolo direttamente all’interno del proprio Business Manager, aggiungendolo al proprio BM oppure richiedendone l’accesso. Solo nel caso in cui si richieda l’accesso ad un account pubblicitario già esistente è poi possibile rimuoverlo dal proprio Business Manager, mentre negli altri casi non è possibile “sganciare” l’account pubblicitario dall’account BM a cui è stato associato.   11) È possibile creare un account pubblicitario indipendentemente da qualsiasi Business Manager? Ni. Quando ci si iscrive a Facebook, ci viene assegnato per impostazione predefinita un account pubblicitario, dotato di ID. Tuttavia, per fare pubblicità con Gestione inserzioni, bisogna disporre di una Pagina Facebook o avere un ruolo da amministratore, editor o inserzionista nella pagina di qualcun altro, oltre che aver configurato un metodo di pagamento valido. Se invece già si possiede un account pubblicitario, ma si vuole crearne uno nuovo, bisogna disporre di un account Business Manager (per – come già detto – creare un account pubblicitario nuovo, aggiungerlo o richiederne l’accesso).   12) Se ho aggiunto per errore una pagina Facebook nel mio Business Manager, che faccio? Puoi sempre eliminarla. A differenza degli account pubblicitari, le pagine Facebook si possono “sganciare” facilmente dal BM e associare eventualmente ad altri.   13) Posso togliermi dal ruolo di amministratore del Business Manager? Sì. Puoi rimuoverti autonomamente o chiedere ad un altro amministratore di farlo. Ovviamente tieni presente che potresti essere rimosso da qualunque amministratore in qualsiasi momento, ragione per cui gli amministratori è bene che siano sempre persone fidate e/o professionisti seri.   Hai altri dubbi? Non esitare a scriverci sui social o all’indirizzo info@officina38.com per sapere di più su come possiamo aiutarti!

Metaverso: pionieri del futuro?

egli ultimi mesi abbiamo sentito sempre più spesso parlare di Metaverso, specie da quando Mark Zuckerberg, presidente e CEO del colosso dell’industria digitale Facebook, ha annunciato il cambio di nome dell’azienda in Meta, lasciando la dicitura Facebook per il solo social network. E chi, poi, non ha letto qualche titolo di giornale relativo agli innovativi visori Oculus, sempre prodotti da Meta? Ma che cos’è effettivamente il Metaverso? Che potenzialità ha oggi? Quali sviluppi potrebbe avere in futuro? Cathy Hackl, futurista tecnologica ed esperta di Metaverso, afferma: “Tendo ad avere una visione piuttosto ampia di cosa sia il Metaverso. Credo che sia una convergenza delle nostre vite fisiche e digitali. Sono i nostri stili di vita digitali, che abbiamo vissuto al telefono o al computer, che raggiungono lentamente le nostre vite fisiche […].” Ma poiché si tratta ancora di un progetto allo stato embrionale, non esiste un’unica definizione di Metaverso sulla quale siano tutti concordi. Quel che sembra certo è che il Metaverso potrebbe stare alla realtà virtuale come gli attuali smartphone stanno ai primi, rozzi, modelli di cellulari degli anni Novanta. Per approfondire l’argomento e rispondere a queste (e molte altre) domande, Officina38 si è rivolta a due amici e professionisti del settore, Pietro Bonada, fondatore della start up torinese REVIBE – Metaverse Factory con sede alle OGR, e Benedetta Caridi, creative director e metaverse consultant di Mezcal Agency. Per usare parole semplici: cos’è il Metaverso?  Benedetta: Il termine Metaverso deriva dal greco μετά «con, dopo, oltre» e dal latino versus, part. pass. di vertĕre «volgere»; letteralmente «volto in altra direzione». Questa definizione gentilmente offerta dal dizionario De Agostini, ci aiuta però nell’esplorazione di cosa effettivamente sono i Metaversi: universi paralleli e alternativi di realtà virtuale che offrono esperienze immersive in cui ognuno di noi è rappresentato tridimensionalmente da un avatar. Le parole chiave per capire cos’è il Metaverso sono a mio parere: decentralizzazione, criptoeconomia e co-creazione di contenuti. Ossia un mondo in cui l’utente è posto al centro, è padrone dei propri contenuti ed è in grado di monetizzarli, un mondo in cui l’economia ed il potere di acquisto sono diffusi e non centralizzati. E tutto viaggia grazie all’uso delle crypto. Precedenti storici veri e propri non ne esistono, ed è questo il bello di questa era early stage, è tutto da scrivere! Pietro: Ad oggi non esiste una definizione di Metaverso che metta tutti d’accordo. Il termine viene usato per la prima volta nella cultura cyberpunk (1992), arrivato oggi fino a noi soprattutto dopo il grande annuncio di Mark Zuckerberg con il cambio di rotta e naming della holding in Meta. Possiamo dire che il Metaverso definisce tutti quei luoghi virtuali digitali in cui attraverso un avatar è possibile vivere e costruire esperienze in scenari grafici in 3D. Sono differenti le tecnologie che possono aumentare funzionalità ed esperienza nel Metaverso: dalla realtà virtuale a quella aumentata, dalla blockchain agli NFT. Il Metaverso è il futuro di Internet, il cosiddetto Web3, un insieme di spazi virtuali attraversati da avatar, un passo avanti rispetto alla realtà virtuale in cui le persone possano diventare da creator a owner. Ma c’è chi dice che il Metaverso è tra noi da molto più tempo, proviamo a pensare ad esempio al mondo del gaming come GTA, The Sims, Second Life, Fortnite. In realtà, queste sono piattaforme che hanno creato le fondamenta dell’internet che verrà, un nuovo modo di vivere esperienze. Come sei venuto/a a conoscenza dell’esistenza del Metaverso e quando hai deciso di investire professionalmente in questa direzione? Perché? Pietro: È da circa un anno che stiamo lavorando alle tematiche legate a Metaverso, blockchain e NFT. Siamo una realtà che ha sempre puntato sull’innovazione e sulla sperimentazione e non potevamo non investire in questa direzione. Benedetta: Sono anni che lavoro con le esperienze immersive, prima collaborando con una startup di social tv e social shopping, poi come direttrice creativa di un’agenzia che ha al suo interno una post produzione molto competente in merito alle nuove tecnologie. Già da tempo lavoravamo sulla virtualizzazione di environment… e questo è sempre il primo passo per accedere ai Metaversi. Poi, l’avvento di Unreal ha cambiato tutto, e disegnare ambienti, città, universi in 3D è stato e sarà sempre più semplice e più veloce. Guardando al futuro… quali sono le potenzialità, presenti e future, del Metaverso, secondo te? Benedetta: Inesplorate e potenzialmente vastissime. Il presente del Metaverso è, per gli utenti, cominciare a familiarizzare con NFT, crypto e UX legate ad esperienze in AR, VR, MR e XR; per quanto riguarda i Brand capire che nel Metaverso… chi prima arriva meglio alloggia! Nel senso che chi prima capisce in quale Metaverso vuole collocarsi, con quale target, con quale budget e soprattutto con quale obiettivo, prima sarà ricompensato dal mercato prossimo futuro. Per quanto riguarda il futuro, vedo in prima linea settori come: Automotive, Health Care, Fashion e, naturalmente, gaming ed eventi. Pietro: Sono tutte da verificare. Sarebbe come chiedere che evoluzione avrebbe avuto il web nei primi anni Novanta. Sicuramente le potenzialità in ambito ludico e formativo sono enormi. Il tema che mi interessa, però, è come i brand e le aziende possano creare valore attraverso il Metaverso. Il mondo parallelo, virtuale, che sostituisce il mondo reale ha una storia ormai lunga nella fantascienza letteraria e cinematografica. Vedi dei possibili rischi – presenti e futuri – connessi ad una diffusione capillare dello stesso? È possibile immaginare un futuro, a tratti distopico, in cui ci saranno persone che “vivranno” indossando dei visori? Pietro: La tecnologia è spaventosamente inarrestabile. Come in tutte le cose ci va equilibrio: la dimensione virtuale non sostituisce ma completa quella fisica. Benedetta: Una delle tematiche che più mi interessa è proprio quella legata ai dilemmi etici tra vita reale e proiezione di noi nella vita virtuale. Quale versione di noi useremo come avatar? Una “migliore”? Quella autentica? Una completamente diversa dal reale? E questi avatar come interagiranno tra di loro? Su un piano reale o in una dimensione completamente alterata e fantasiosa? Queste domande sono ancora insolute, credo però che,