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Come gestire al meglio i propri canali Social

ggi essere social sembra essere divenuto un imperativo professionale, più che morale!   Ormai chiunque voglia raggiungere il pubblico, e ampliare la propria visibilità, deve passare per uno dei numerosi social a disposizione: che si tratti di Facebook, Instagram, Twitter, Tik Tok o LinkedIn. Difficilmente si potrà sfuggire al vorticoso fascino di una di queste piattaforme! Ovviamente, in base al proprio business, alla propria identity e agli obiettivi che ci si prefigge, si possono compiere scelte differenti. Non solo in relazione a quali canali social utilizzare e quali tralasciare ma anche, per esempio, se gestirli direttamente o farli curare da figure professionali maggiormente esperte Ricordatevi che anche Officina38 se ne occupa 😉. Oggi vogliamo però dispensare qualche dritta utile per tutti coloro che, compresi i nostri clienti, desiderano essere autonomi nella gestione dei propri social. Sono infatti arrivate alcune novità, più o meno recenti, a cui prestare particolare attenzione.   Per procedere con ordine cominciamo da Creator Studio, un’estensione di Facebook totalmente gratuita. Lanciato nel dicembre 2019, questo strumento è ormai noto e ampiamente utilizzato da molti professionisti del settore. Il suo principale punto di forza è quello di permettere la programmazione dei post. Tuttavia, accedendo a Creator Studio, possiamo anche vedere (in ordine cronologico – dal più al meno recente) tutto ciò che abbiamo postato su Facebook e Instagram (Feed, IGTV, Stories, post… nel caso di due account collegati, come per Officina38!). È anche possibile modificare, mettere in evidenza, visualizzare i dati statistici di ciascun post, modificarne la data, eliminarli ecc. Ma non finisce qui! Come si diceva, la principale funzione di Creator Studio è proprio la programmazione. Infatti, anziché semplicemente salvare come bozza il nostro post Facebook o Instagram (già curato nei minimi dettagli e pronto per il grande pubblico 😎 ), possiamo decidere a che ora e in quale giorno postarlo. Come? Attraverso un meccanismo completamente autonomo che ci libererà da questa incombenza! Inoltre, nel caso in cui si gestissero più pagine Facebook differenti, è possibile postare in contemporanea su di esse o rendere disponibile un dato contenuto per una delle altre pagine gestite da noi, attraverso il già noto (almeno per i profili privati) meccanismo della condivisione. Niente male, eh? Il grande vantaggio, anche per coloro che non si occupano di social per professione, è appunto quello di poter confezionare i contenuti su Creator Studio, programmandoli per i giorni e le settimane a venire. Questa funzione permette di comprimere la finestra temporale durante la quale ci si dedica alle attività social. Insomma, uno strumento indispensabile per ottimizzare la gestione dei social, importanti per il nostro business ma troppo spesso trascurati! 💪🏻 Infine, è anche uno strumento che ti consente di eseguire le seguenti azioni: raccogliere statistiche; trovare le opzioni per monetizzare l’uso dei due social network; mescolare tutti questi servizi con altri strumenti creativi permettendoti di accedere a librerie musicali e suoni senza diritti. L’altra feature più recente, della quale vogliamo parlarvi, riguarda Instagram (piattaforma ormai parte della società di Mark Zuckerberg, Facebook Inc.) ed è rappresentata dalle Reel! A ben vedere, si tratta di una mossa strategica operata dal colosso statunitense per tentare di includere all’interno di un unico spazio digitale tutte le funzionalità più ricercate dagli utenti, per proporsi come concorrente della cinese Tik Tok. Nello specifico, infatti, le Reel altro non sono che brevi video personalizzabili, della durata di 15 secondi, ai quali è possibile applicare musiche, filtri ed “effetti speciali” (realtà aumentata, transizioni fluide, ecc.). L’obiettivo è infatti, con ogni probabilità, quello di “rubare utenti” a Tik Tok. Ciò avvenne già qualche anno fa con l’introduzione dei filtri, fatto che giocò a favore di Instagram, facendo perdere moltissimo appeal alla concorrente Snapchat. Che l’obiettivo della società sia quello di creare un monopolio in grado di attirare milioni di persone durante il loro tempo libero? Possibile! 🤷🏼‍♀️ Tornando a noi e alle Reel. Queste ultime possono essere video molto divertenti, oltre che utili escamotage per aumentare la brand awareness e coinvolgere i propri user in quella che potremmo definire come la nostra “Real Identity”. Ma come funzionano le Instagram Reel? Innanzitutto la voce Reel la troviamo cliccando sull’icona della macchina fotografica in alto a sinistra della nostra Home, esattamente come faremmo per creare una nuova Story. Una volta selezionata la voce Reel, si apre, sulla sinistra, un piccolo elenco dove possiamo selezionare filtri, impostare il timer e scegliere un accompagnamento musicale. È inoltre possibile scegliere la velocità del video, accelerandola o rallentandola a seconda dell’effetto desiderato. Le Reel possono essere registrate in una serie di clip create una per una oppure tutte in una volta sola o, ancora, utilizzando i video già presenti nella galleria del dispositivo. Per registrare la prima clip basta cliccare e tenere premuto il pulsante di registrazione: nella parte superiore dello schermo appare un indicatore di avanzamento che mostra all’utente il tempo mancante alla fine. Per terminare si interrompe semplicemente la registrazione. Infine, un’interessante novità riguardante le Reel è che queste possono essere ovviamente postate sul proprio account e sul feed principale, ma possono anche finire in un nuovo spazio, appositamente concepito… che è la sezione Esplora! In questo caso, se il nostro Reel finisce proprio qui, vuol dire che è di tendenza e riceviamo una notifica che ci informa di questo fatto. Insomma… come normale che accada, i social si aggiornano di continuo e noi dovremmo cercare di stare al passo con loro. Per qualsiasi dubbio ulteriore su come rendere strepitosi, anche autonomamente, i vostri profili social… Officina38 è disponibile e vi aspetta come sempre sulla sua pagina contatti e, naturalmente, sui canali social (Facebook e Instagram)!! 😉

Guida SEO

uest’anno più che mai, anche a causa dell’emergenza causata dal Covid-19, molte realtà hanno compreso l’importanza e il potenziale del digitale, optando per un miglioramento della loro presenza sul Web. Ecco perché abbiamo pensato di dedicare un articolo alla SEO, ovvero all’ottimizzazione dei website attraverso i motori di ricerca. Una competenza trasversale, fondamentale per chiunque voglia migliorare la visibilità del proprio sito, ottenere un maggior numeri di visite, in definitiva, intraprendere un percorso di crescita. Perché non porsi un obiettivo come questo in un mondo sempre più competitivo, digitale e globalizzato? Cos’è la SEO? Potremmo dire che la SEO è un equilibrato mix tra strategie di marketing e ottimizzazione tecnica; proprio per questo richiede sia capacità tecniche che di scrittura creativa. Nello specifico l’acronimo SEO sta per Search Engine Optimization, ovvero ottimizzazione motori di ricerca. La finalità primaria è quella di far apparire il sito di nostro interesse tra i primi risultati su motori di ricerca (come Google, Yahoo e Bing). Ottimizzare un website significa migliorarne la visibilità naturale (o organica), senza ricorrere a pagamenti e costi extra. In realtà, l’ottimizzazione di un sito migliora anche l’esperienza dell’utente che naviga in rete, visitando la pagina. L’ottimizzazione è un processo che possiamo suddividere in tre operazioni fondamentali: ottimizzazione tecnica: è la fase primaria – e fondamentale – che consente ai motori di ricerca di accedere e indicizzare le pagine del tuo website; creazione dei contenuti: contenuti in grado di rispondere ad un ampio numero di quesiti di ricerca danno risultati migliori rispetto a contenuti maggiormente circoscritti, specifici; promozione dei contenuti: promuovere i propri contenuti è di fondamentale importanza. Essere citati e linkati, per esempio da un sito autorevole, significa mandare un messaggio molto chiaro a Google circa la qualità del proprio website e dei contenuti in esso contenuti. Il primo passo da compiere per ottenere i risultati ricercati è quello di conoscere il meccanismo di funzionamento di un motore di ricerca. Abbiamo scelto di parlare di Google essendo il motore di ricerca più ampiamente utilizzato al mondo. Anche in questo caso le operazioni svolte da Google sono fondamentalmente tre: Crawling (scansione), Indexing (indicizzazione) e Ranking (posizionamento). La scansione è un sofisticato meccanismo di esplorazione, messo in atto con programmati chiamati, non a caso, crawler. Trovate nuove pagine, gli spider (è un sinonimo per crawler! 😉) seguono i link rilevati alla scoperta di nuovi contenuti in un processo a catena continuo.   L’indicizzazione, invece, è sostanzialmente una catalogazione. Google copia i contenuti scansionati in un indice, reperibile in tempo reale. Infine, con il ranking si danno un ordine ed una priorità ai contenuti indicizzati. Questo è fondamentale perché, anche grazie agli algoritmi e ai fattori di posizionamento, Google ci propone una rosa di risultati ordinati per pertinenza, in base alla nostra ricerca. Questo meccanismo di funzionamento ci aiuta a capire la fondamentale importanza delle parole chiave (keyword). Sono infatti queste che possono aiutare gli spider nell’individuazione e nel successivo posizionamento della nostra pagina web. Per individuare le parole chiave più efficaci per noi, è bene porsi alcune domande, come: di cosa hanno davvero bisogno le persone che navigano all’interno del nostro sito? a cosa sono interessati? che linguaggio utilizzano? Professionale o colloquiale? chi sono i nostri competitor? Un buon punto di partenza può essere quello di ricercare su Google (magari utilizzando una scheda in incognito) quelle che noi riteniamo essere le nostre parole chiave. Questo ci aiuterà non solo a capire dove ci posizioniamo effettivamente ma anche quali e quante keyword utilizzano i nostri competitor che appaiono in cima alla lista dei risultati. Scegliere con estrema cura le parole chiave, infatti, è il primo e fondamentale passo da compiere. Come scegliere le giuste parole chiave? Per farlo è bene ricordarsi che ci sono tre variabili molto importanti da tenere in considerazione, quali: i volumi di ricerca (quante volte al mese viene mediamente ricercata una parola); la rilevanza (rispetto al mio business, alla mia personalità ecc… ; una parola con alti volumi di ricerca ma per me irrilevante, probabilmente non avrà comunque senso utilizzarla); la concorrenza (ovviamente parole con alti volumi di ricerca attrarranno un maggior numero di utenti, ma anche di potenziali competitor interessati ad utilizzarla). Naturalmente qualsiasi parola si scelga di utilizzare dev’essere pertinente con la nostra offerta e la nostra identity. Quindi si può serenamente affermare che non esiste una ricetta universalmente valida per ottimizzare il nostro sito. Si tratta, al contrario, di un lavoro attento, quasi “sartoriale”, che ciascuno dovrebbe studiare su misura per sé. Un buon punto di partenza può essere quello di utilizzare molte parole con alti volumi di ricerca ed altrettante keyword con volumi di ricerca più bassi ma con una specificità maggiore (si pensi a parole tecniche da “esperti di settore”), in modo tale da garantire una scrematura degli utenti corretta e, soprattutto, equilibrata. Per quanto fondamentali, è però evidente che non possono essere solo le keyword a garantire la visibilità del nostro sito. Contenuti utili, originali ed esaustivi sono quelli che Google tende a premiare. Si tratta di contenuti che, con il tempo, potrebbero essere in grado di generare traffico sulla nostra pagina web. Ovviamente generare traffico significa prendere valore e salire nel ranking dei risultati proposti dal motore di ricerca. Insomma… un vero e proprio circolo virtuoso! Nella pratica, quali sono altri fattori che determinano un buon posizionamento del proprio sito? l’anzianità del sito (più affidabile secondo Google); i server; la velocità dell’hosting; come gli utenti si comportano all’interno dello spazio web. Infine, per concludere, è doveroso ricordare che ogni website è costituito da un linguaggio HTML, ovvero un linguaggio che crea codici indispensabili per “far stare in piedi” il sito stesso. Lavorare sui codici significa lavorare su una parte di website invisibile all’utente ma non per questo meno importante, anzi! Ad esempio, è molto importante controllare che anche le immagini di un sito siano contrassegnate da un attributo, così da far assimilare i contenuti multimediali ai crawler. Allo stesso modo sono da correggere gli URL che hanno numeri o simboli al loro interno, sostituendoli

Buon Compleanno, Dario Argento!

l 7 settembre 1940, ottant’anni fa, nasceva a Roma Dario Argento, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, celebre per essere il maestro del brivido. Officina38, che come ormai sapete è una grande amante del cinema, ha pensato di omaggiarlo con un breve Blog Post. Tra l’altro… lo sapevate che fra Dario Argento e Torino c’è un rapporto di reciproca attrazione? Il regista ha ammesso che Torino è “il luogo dove i miei incubi stanno meglio”. Quegli stessi incubi che il regista e sceneggiatore traspone sullo schermo da quasi cinquant’anni. Non a caso il maestro del brivido ha spesso utilizzato la città più esoterica d’Italia come set per i suoi film… in via Vincenzo Vela, 12, abitava l’enigmista de Il gatto a nove code (1971). Inoltre, come in non molti sapranno, il cognome dell’enigmista, Arnò, è lo stesso di un personaggio incontrato realmente da Argento durante le riprese de L’uccello dalle piume di cristallo. Sempre ne Il gatto a nove code vediamo il retro della GAM, la Galleria di Arte Moderna di Torino, in tal caso rappresentata come il retro dell’Istituto di ricerche genetiche Terzi dove si svolgono inquietanti esperimenti genetici. Ancora nello stesso film, vediamo il Cimitero Monumentale di Torino, in una scena in cui Arnò e Giordani cercano – in piena notte – la tomba di Bianca Merusi. Una location che, effettivamente, non poteva mancare nella lista di Dario Argento! Durante le riprese di Profondo Rosso (1975) venne coinvolta Piazza Cln e celebre fu la costruzione, appositamente per il film, del Blue Bar (proprio all’angolo di Piazza Cln) ispirato al quadro I nottambuli di Edward Hopper. Nell’area collinare torinese, quartiere Cavoretto, si trova la terrificante “villa del bambino urlante” (Villa Scott – Corso Giovanni Lanza, 57), sempre del film Profondo Rosso. Interessante e, a suo modo, sinistro anche il fatto che all’epoca la villa era un collegio femminile diretto dall’Ordine delle Suore di Redenzione. Nel Giardino Lamarmora, Argento, nel 1971, girò Quattro mosche di velluto grigio (1971). Per il film Non ho sonno (2001) Argento riprende il Big Club di Corso Brescia e il pub Barbican di Piazza Vittorio Veneto. Infine, nella libreria “La Bussola” di Via Po si svolge un’importante scena de la Terza Madre. Il film è stato girato nel 2007 a conclusione della saga delle Tre Madri, di cui facevano parte anche Suspiria, del 1977, e Inferno, del 1980… tutti incentrati sulle figure di tre antichissime streghe! Insomma… tra il regista horror e la nostra città esiste un legame misterioso e affascinante che abbiamo voluto condividere con tutti voi! 👻 Un augurio speciale a Dario Argento da parte del nostro team!!!

L’estate chiama? Officina38 risponde!

consigli di Officina38 per chi rimane a Torino (e dintorni) anche durante l’estate!  Quest’estate siamo certi che molti più torinesi del solito (e non solo!) trascorreranno il mese più caldo dell’anno in città o nei dintorni… Ecco perché abbiamo pensato di dedicare il Blog post di agosto alle attività e alle iniziative locali più interessanti: per non farvi annoiare e non lasciarvi soli nemmeno durante le ferie! Innanzitutto vogliamo consigliarvi, perché crediamo che sia molto bella e ricca, l’iniziativa del comune: Torino a Cielo aperto 2020. Si tratta di una serie di eventi e appuntamenti culturali e ricreativi pensati per permettere ai residenti (e non) di riappropriarsi degli spazi pubblici e dei parchi cittadini dopo il lungo lockdown imposto dall’emergenza Covid-19. In particolare, all’interno di questa rassegna, segnaliamo Cinema al castello 2020, una bellissima idea per poter godere del cinema in tutta sicurezza (all’aperto!). Oltretutto è situato in uno scenario unico e suggestivo: il cortile del Castello del Valentino! Sul sito è possibile trovare la programmazione degli spettacoli sino al 30 agosto. Si va dai più recenti 1917 (Sam Mendes, 2019) o La dea fortuna (Ferzan Ozpetek, 2019), sino a Crash (David Cronenberg, 1996). Restando in tema di cinema non possiamo non menzionare PORTOFRANCO SUMMER NIGHT, la rassegna cinematografica proposta dalla Casa del Quartiere di San Salvario (Via Oddino Morgari 14). Anche in questo caso abbiamo la possibilità di godere di un cinema all’aperto, nel cortile della struttura, e l’appuntamento è tutti i martedì e i giovedì alle 21.30, dal 7 luglio al 17 settembre. Da segnalare (perché, a nostro avviso, molto efficace!) la modalità Silent Movie, per cui ogni spettatore riceve cuffie igienizzate (e copri cuffie usa e getta) così da non subire alcuna forma di disturbo esterno o ambientale. Piccola curiosità: lo sapevate che, sempre in San Salvario, esiste un tour artistico per godere delle opere di Street Art che, normalmente, sfuggono alla nostra attenzione? Un’idea carina per fare una passeggiata originale e, si spera, piacevole a due passi da casa! NEVERCREW – Black machine – Teatro Colosseo Torino Ed ancora, vi segnaliamo Cinema a Palazzo 2020, nella corte d’onore di Palazzo Reale (il cinema a Torino non manca di certo questa estate!). Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 22.00 e la programmazione è estremamente varia (sono in programma grandi classici come Viale del tramonto) e pensata soprattutto per i più giovani e per gli appassionati di cinema; anche per questo è aperto tutti i giorni ad eccezione del lunedì. A Torino, però, non c’è solo cinema… ma anche musica! Ecco, infatti, che dal 21 al 30 agosto torna il Torino Jazz Festival, giunto ormai alla sua dodicesima edizione, per accompagnarci in ben dieci serate con musica dal vivo e grandi artisti internazionali. L’indirizzo è Corso Regina Margherita 128. Inoltre, vi segnaliamo alcuni concerti organizzati dall’Hiroshima Sound Garden (Via Bossoli 83), come: concerto di Colombre, venerdì 7 agosto; concerto dei Twee, sabato 8 agosto; concerto dei Punkreas, venerdì 28 agosto; concerto di Maria Antonietta, venerdì 18 settembre. Ma giungiamo finalmente a qualche idea per organizzare delle gite fuori porta, restando nei dintorni torinesi. Sebbene molti di voi ci saranno sicuramente già stati, perché negarsi una bella giornata in collina (a circa un’ora d’auto), magari nelle Langhe? Si tratta di un territorio ricco di attrazioni culturali, culinarie e paesaggistiche… Eccovene qualcuna! Sulle Langhe potreste: visitare il museo del vino a Barolo; visitare il castello di Serralunga d’Alba; fare degustazioni e visite alle numerose cantine presenti sul territorio; visitare il castello di Grinzane Cavour; fare su e giù per le colline piemontesi; inerpicarvi sulle stradine di Monforte d’Alba al tramonto; visitare la Morra e la “cappella colorata”. Monforte d’Alba Ed infine, una proposta più “impegnativa” ma sicuramente unica ed interessante. Perché non concedersi un weekend all’insegna del relax e della natura optando per delle Bubble Room? A Borgo Ticino, piccolo comune in provincia di Novara, il Relais Cascina dei Cesari propone l’esperienza delle Bubble Emotions, bolle “da sogno” studiate da designer internazionali che combinano ecoturismo ed ecodesign, originalità e minimo consumo di energia, uso ridotto di materiali e massimo comfort per un magico momento di relax e un’esperienza davvero originale. Credit Relais Cascina dei Cesari Ed infine torniamo in città per qualche piccolo consiglio… culturale! Infatti, anche i musei cittadini possono aiutare a tenersi occupati con delle interessantissime mostre fotografiche. Presso Camera, Centro Italiano per la Fotografia, fino al 30 agosto, vi aspetta la mostra “Da Capa a Ghirri” in cui sono esposte più di 300 opere di 50 grandi fotografi (collezione Bertero). Alla GAM, Museo di arte Moderna, invece, ci sono due mostre fotografiche: una è dedicata ad Helmut Newton e l’altra è invece FORMA/INFORME, incentrata sulla fotografia italiana informale (durano rispettivamente fino al 20 e al 24 settembre). Che ne dite, con tutte queste cose da fare sopravvivremo alla torrida estate torinese? 😉

Quali titoli ci aspettano al cinema dal 15 giugno?

unedì 15 giugno 2020 riaprono cinema e teatri, dopo la lunga pausa imposta dal Covid-19. Le sale possono riaprire nel rispetto di alcune regole, prima fra tutte il distanziamento sociale! Quindi, oltre a dover far sedere gli spettatori ad almeno un metro di distanza gli uni dagli altri (quale miglior occasione per andare al cinema e rilassarsi senza disturbatori di varia natura? 😏), è stato imposto un limite massimo di 200 persone, naturalmente per le sale più grandi e capienti. Inoltre, in alcuni cinema (mezzi permettendo), è stato deciso di misurare la temperatura corporea agli spettatori entranti. La domanda che sorge spontanea, però, è: cosa possiamo andare a vedere? In realtà, ad attenderci, c’è una lista di film abbastanza vasta. Infatti, proprio a causa del lockdown, sono tornati nelle sale molti titoli “sfortunati”, quelli che ad inizio marzo hanno visto improvvisamente bloccata la distribuzione. Ecco che tra questi film, compaiono: Pinocchio di Matteo Garrone; Sonic – Il film di Jeff Fowler, basato sull’omonimo franchise videoludico della SEGA; Playmobil: The Movie. Film d’animazione francese diretto da Lino Di Salvo; Tappo: Cucciolo in un mare di guai. Favola animata del regista Kevin Johnson; Maleficent: Signora del male. Seguito di Maleficent (2014), sempre con Angelina Jolie. Ma ritornano anche titoli (alcuni da Oscar!) degli ultimi mesi, quali: 1917 di Sam Mendes; Parasite di Bong Joon-ho; Joker di Todd Phillips; Tolo Tolo di Checco Zalone; Cena con delitto – Knives Out di Rian Johnson; Jumanji: The Next Level di Jake Kasdan; Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn di Cathy Yan. A sorpresa, ri-troviamo anche titoli del passato, come Dark Water (2005, Walter Salles) e Doctor Strange (2016, Scott Derrickson). Alcune di queste riprese sono evidentemente funzionali alla riapertura delle sale, posto che molte uscite che erano in programma in questi mesi sono state ritardate. È quindi un’occasione per recuperare qualche titolo… avendo modo di goderselo “a tutto schermo”! Inoltre, questi recuperi sono utili aspettando le prossime uscite, come l’attesissimo Tenet di Christopher Nolan (probabilmente arriverà nelle sale statunitensi il 17 luglio e in quelle italiane il 18 settembre), Mulan di Niki Caro, Wonder Woman 1984 e Spongebob – Amici in fuga. E voi, avete già deciso cosa andrete a vedere? Ma le sorprese non finiscono qui! Infatti, abbiamo pensato di offrirvi una panoramica anche delle prossime uscite Netflix e Amazon Prime Video, almeno di quelle più interessanti… pensate per coloro che ancora non se la sentono di andare al cinema, oppure semplicemente per i più pigri! 🙃 Netflix: Tredici, quarta stagione, 5 giugno; The Order, seconda stagione, 18 giugno; La cosa più bella, seconda stagione, 19 giugno; The Politician, seconda stagione, 19 giugno; Suits, ottava stagione, 21 giugno; Dark, terza stagione, 27 giugno …e rimaniamo in attesa di Suburra 3! Amazon Prime Video: Future Man, terza e ultima stagione; El Presidente, prima stagione; Cena col delitto: Knives out, film, dal 5 giugno. Infine, vi segnaliamo che Amazon ha recentemente annunciato il lancio anche nel nostro paese della videoteca digitale Prime Video Store, servizio che permette di noleggiare o acquistare nuovi titoli tra i film appena usciti, ma anche grandi classici di Hollywood e alcuni dei titoli più amati targati Disney, Warner Bros., Paramount, Sony, NBCUniversal, Rai Cinema e Medusa Film. Con Prime Video Store si avrà quindi la possibilità di guardare film da poco usciti nelle sale cinematografiche, oppure film che hanno fatto il loro debutto direttamente nella versione digitale. Eccone alcuni: Jumanji: The Next Level; Sonic – Il film; Joker; Just Mercy; Birds of Prey; Pinocchio; Dieci giorni senza mamma; Tutto il mio folle amore; Me contro Te – Il film. Enjoy!!! 😉😎

Prospettive digital e sostenibilità: un nuovo inizio?

’emergenza dovuta al Covid-19 ha comportato molti disagi, sia per i lavoratori di tutti i settori, quanto per studenti, famiglie e pensionati. La quotidianità di ciascuno ha inevitabilmente subito uno stravolgimento. Tuttavia, come dice un vecchio proverbio, non tutto il male vien per nuocere. Ed è proprio così. Senza voler apparire naif, è bene ricordare che anche le situazioni più difficili ed estreme, come una pandemia, possono nascondere dei risvolti positivi… quanto meno sul lungo periodo. Nello specifico, la situazione che stiamo vivendo richiede impegno e sacrificio, specialmente da parte di istituzioni e aziende. Sebbene ciascuno di noi sia (stato) chiamato, nel suo piccolo, a creare alternative e soluzioni alle difficoltà quotidiane. Parlando di possibili svolte positive, pensiamo soprattutto a fenomeni come digitalizzazione ed ecosostenibilità. Si tratta di due termini di ampio respiro che includono al loro interno fenomeni economici diversi, tutti indispensabili per guardare al futuro assicurandosi di procedere nella giusta direzione. Questo può quindi essere un punto di partenza per il nostro paese, in primis per dare modo a tutti di comprendere la reale necessità di farsi trovare pronti anche in situazioni emergenziali (dato che, purtroppo, nessuno garantisce che in futuro non se ne verifichino altre) e, in secondo luogo, per dare concretamente avvio a questi cambiamenti. I concetti chiave durante questa emergenza sono state smart working, digitalizzazione, agilità. Idee centrali, quindi, anche per il futuro. Da questo punto di vista, Officina38 si è immediatamente mobilitata, come molte altre realtà lavorative, per rendere lo smart working funzionale e di semplice gestione. Abbiamo optato per il mantenimento dei nostri consueti orari lavorativi, intensificando l’attività sui canali social (a partire dal Blog) e avendo come parole d’ordine: creatività, inventiva, fiducia! Non è stato sempre tutto facile e, tutt’ora, registriamo qualche rallentamento. Nonostante questo, non abbiamo mai smesso di sentire il calore e la vicinanza di colleghi, amici e conoscenti e siamo riusciti a portare avanti diversi progetti. A tal proposito siamo molti fieri del corporate video per il cliente Sedamyl, realizzato rigorosamente a distanza! Questo periodo ci ha offerto anche la possibilità di dedicarci alla post produzione dei video del progetto The Soul Kitchen e, con l’allentamento delle misure di sicurezza a partire dal 4 maggio 2020, siamo addirittura tornati operativi (sul set!) realizzando uno shooting video all’aperto. Naturalmente, avendo a cuore il benessere di tutti e adottando tutte le precauzioni del caso. Ecco qualche immagine. Tutto ciò per dire che, in occasione dell’emergenza Covid-19, molti lavoratori si sono ritrovati a dover improvvisare, reagendo in modi talvolta esemplari, altre volte scomposti. È però evidente la necessità di un’organizzazione su più ampia scala, sia per affrontare simili eventualità in futuro, quanto per semplificare la gestione del lavoro. Digitalizzazione 1) Figure manageriali È proprio in questo contesto che la digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale. Bisogna innanzitutto riconoscere che l’Italia non è certo all’avanguardia in questo settore; tuttavia, questo momento di crisi ha inevitabilmente richiesto l’attivazione di servizi e piattaforme alternativi e l’intensificazione “dell’offerta digital” in quasi tutti i settori, oltre ad una riorganizzazione interna di molti uffici, imprese e realtà lavorative in genere. In futuro, quindi, dovremo farci trovare tutti più preparati. Ad esempio, le figure manageriali dovranno possedere alcune caratteristiche (caratteristiche che venivano già richieste ma che diverranno imprescindibili), quali: una forte propensione alla digitalizzazione, la capacità di definire in modo chiaro gli obiettivi e la strategia dell’azienda, di ogni ufficio e di ogni risorsa al proprio interno. Inoltre, ogni processo, se possibile, dovrà essere accessibile da remoto, permettendo così a tutti di avere costantemente a disposizione gli strumenti di lavoro, ottimizzando gli spostamenti e assumendosi maggiore responsabilità. Tutto questo comporterà un altro significativo cambiamento, ovvero la gestione del lavoro per obiettivi, il ché significa essere completamente svincolati da orari e fare affidamento sulla capacità di auto-organizzazione del singolo. 2) Modalità di pagamento Un’altra importante direttiva del cambiamento “digital” è quella relativa alle modalità di pagamento. Sembra infatti che “la morte del contante” sia sempre più prossima. Già da diversi anni carte di credito e bancomat hanno conosciuto una diffusione massiccia ma, la “novità” più recente è costituita da app e forme di pagamento contactless (si pensi, per esempio, a Satispay, HYPE o YAP) che rendono più veloci i pagamenti, garantendo al contempo un minore contatto fisico, comportamento ad oggi sicuramente raccomandato. Durante l’emergenza, momento in cui molte realtà lavorative (come bar e ristoranti, ma non solo) hanno dovuto trovare alternative per continuare a lavorare, queste tecnologie hanno garantito – ad esempio – la possibilità di effettuare consegne delivery, pagando online e riducendo i rischi, anche per gli addetti alle consegne. Insomma, monete e banconote sembrano sempre più oggetti appartenenti ad un altro mondo. 3) Didattica online Non dimentichiamo poi il grande disagio vissuto in questi mesi da studenti (e, con loro, molte famiglie), insegnanti e istituti scolastici in genere. Se la didattica online è utilizzata più di frequente per l’istruzione superiore (e in altre realtà ancor più che in Italia), è evidente che lo stesso non si può dire per la formazione primaria e secondaria, entrambe ancora fortemente legate a metodi tradizionali, ovvero alle cosiddette lezioni frontali. Anche alla luce di ciò, supporre che la didattica a distanza possa, almeno nel breve periodo, diventare una soluzione ad ampia diffusione, sembra quanto mai improbabile. Tuttavia, questi ultimi mesi hanno sottolineato con forza la necessità, da parte degli istituti, di attrezzarsi con piattaforme online nelle quali è possibile caricare il materiale didattico e svolgere (o, anche qui, caricare) le video-lezioni. Sostenibilità ambientale L’emergenza sanitaria ha sconvolto molti settori del vivere quotidiano, aprendo gli occhi della società su alcune delle priorità. Una di queste è sicuramente la sostenibilità ambientale. Infatti, già dopo qualche giorno dall’inizio del lockdown, complice l’interruzione di buona parte della produzione industriale, si sono visti cieli stellati, acque limpide, animali che si riappropriavano di strade e di luoghi normalmente di dominio umano… sicuramente tutti fatti sui quali riflettere. Proprio pensando ad animali a spasso per le città, ci è impossibile non fare riferimento alla foto pubblicata su Instagram da Luciana

Realizzare video a distanza: è possibile?

Certo che sì! all’inizio della diffusione del Coronavirus sono cambiate molte cose e quel che è certo è che non potremo costruire il futuro sugli schemi del passato. Questo è più vero che mai se pensiamo a molti settori professionali come, per esempio, quello pubblicitario, del marketing e delle videoproduzioni. Ciò che oggi viene richiesto ai professionisti di questi ambiti, infatti, è la capacità di reagire con fermezza e inventiva a questo nuovo panorama che si è delineato di fronte a noi. A tal fine, è fondamentale che brand e aziende imparino a riconoscere e sfruttare tutte le possibilità, forse un po’ nascoste, offerte dall’isolamento. Sebbene sia innegabile che il COVID-19 rappresenti (per tutti, anche per noi di Officina38!) un’ardua sfida, alcuni effetti positivi di questa emergenza sono già visibili. In primis ha ricordato quanto sia importante rimanere al passo con i tempi, sapendo utilizzare strumenti come Skype, Google Hangouts o Zoom, dei quali abbiamo già parlato nel precedente blog post; Ha poi rimarcato l’importanza di avere piattaforme digitali per i servizi, in grado non solo di integrare ma – all’occorrenza – anche di sostituire quelle fisiche; Infine, ha ribadito il ruolo fondamentale rivestito della creatività nel vasto settore della comunicazione. Per molte aziende è stato infatti necessario pensare a linguaggi e strategie nuove e diverse per continuare a raggiungere il proprio bacino di clienti e interlocutori. Ovviamente, parlando di strategie, è naturale volgere il pensiero innanzitutto alle problematiche di ordine pratico che bisogna superare per dar vita a nuovi spot e video. È infatti evidente che dare avvio ad una produzione, come sarebbe successo in precedenza, che prevede il coinvolgimento di una troupe per diversi giorni di ripresa sul set, risulta oggi impossibile; ma ciò non significa che non esistano altre soluzioni praticabili. Fortunatamente viviamo in un’epoca in cui le tecnologie possono venire in nostro soccorso. Per esempio, è possibile optare per delle animazioni, magari in 3D, così come per delle riprese realizzate in ambito domestico, o sfruttare alcune di queste soluzioni assieme ad immagini o riprese di repertorio. Senza dimenticare che esistono anche banche dati di immagini, sia gratuite che a pagamento, alle quali attingere in caso di necessità. Insomma! Le soluzioni esistono, basta avere un po’ di creatività! A questo proposito Officina38 ha realizzato, proprio nelle ultime settimane, un corporate video per Sedamyl, azienda leader nel settore dell’industria alimentare. Come avrete notato, sono stati utilizzati i video che gli stessi dipendenti dell’azienda hanno realizzato, direttamente da casa o negli impianti di produzione (oltre che da un regista, anche lui lavorando da casa). Questo ha avuto un impatto positivo per tutti, soprattutto per i dipendenti che hanno preso parte a questa iniziativa, sentendosi partecipi di qualcosa di più grande e rafforzando il legame aziendale. Come si diceva, un’altra possibilità è quella di sfruttare le animazioni. Spesso si tratta di una scelta formale compiuta con consapevolezza di intenti, essendo una comunicazione dotata di un’immediatezza unica. Tuttavia, è innegabile che questa tipologia di video è strategica anche nel caso in cui non si disponga di riprese adeguate e non sia possibile realizzarne ex novo. Ecco alcuni esempi, molto diversi tra loro, di animazioni 3D realizzate da Officina38 in collaborazione con Noothera & 3D&motion.       Un ulteriore esempio di video realizzato senza necessità di un set e di contatti esterni, è il lavoro che Officina38 ha realizzato per il cliente Smile Solar. Cosa abbiamo utilizzato? Banche immagini e animazione grafica! 😎 Infine, un esempio recente e maggiormente noto è lo spot Vodafone Insieme, per raccontare l’importanza della connettività. Questo è stato il primo ad essere stato girato interamente da remoto con registi, professionisti e famiglie direttamente nelle loro case. Ovviamente, per compiere la scelta più adatta al proprio brand e al settore nel quale si opera, è bene rivolgersi a dei professionisti, i quali saranno in grado di ascoltare, valutare ed aiutarvi concretamente. E voi, cosa ne pensate? Se avete bisogno di una videoproduzione ma non sapete a chi rivolgervi o come realizzarla, allora non esitate a contattare il team di Officina38… vi aspettiamo! 😎 #staycreative          

#iorestoacasa ma… cosa guardo in tv?

enticinque titoli imperdibili disponibili su Netflix e Amazon Prime 😎   Vista e considerata la situazione di emergenza che sta affrontando il nostro paese, Officina38 ha pensato di rendersi utile, nel suo piccolo, alleggerendo la permanenza in casa dei suoi lettori durante tutto il mese di marzo! Cosa c’è di meglio di un buon film o di un’accattivante serie televisiva per trascorrere il tempo, da soli o in compagnia?! Secondo noi… praticamente nulla! Eccoci quindi pronti per dispensare consigli di visione, condividendo con voi l’enorme passione per il cinema (e le serie!) che accomuna tutto il team. “Se volete fare un film, non acquistate un’auto. Prendete il metro, l’autobus o camminate. Osservate da vicino le persone che vi circondano” Se è vero, come suggeriscono queste parole di Fritz Lang, che il cinema è prima di tutto contatto umano, vita quotidiana ed esperienza diretta, possiamo certamente concludere che film e forme di intrattenimento affini, attualmente, siano la miglior cura palliativa alla necessaria carenza di contatti esterni e interazioni sociali a cui tutti siamo tenuti. È proprio per questo che abbiamo scelto di offrire dei consigli che speriamo possiate apprezzare ma che, soprattutto, vorremmo davvero vi facessero compagnia in queste giornate di isolamento. Oltretutto, questo ci permette di farci conoscere un po’ meglio come team fatto di persone con gusti, passioni e sensibilità differenti. But now… Let’s start! 😎 Anna, Founder e Producer di Officina38, nonché cinefila per studio e vocazione, consiglia: Su Netflix The terminal (2004): film di Steven Spielberg e con Tom Hanks della durata di 130 minuti. In un momento in cui dobbiamo stare a casa, non male guardare un film di uno che è obbligato a vivere in un aeroporto… Mal comune, mezzo gaudio! Midnight Diner: Tokyo Stories (2009-in corso): 2 stagioni, 20 puntate da 23 minuti… semplici ma geniali (tempo di visione stimato: 8 ore). La città incantata (2001): cartoon giapponese di Hayao Miyazaki, della durata di 125 minuti, che ci aiuta a sognare. Diamanti grezzi (2020): film dei fratelli Safdie con protagonista Adam Sandler della durata di 135 minuti: un modo per combattere l’ansia… con l’ansia! Il Metodo Kominsky (2018): serie tv con Michael Douglas, con una grande sceneggiatura, ironica e molto cinica.   Un’immagine di Midnight Diner su Netflix Davide, fotografo e responsabile di produzione di Officina38, nonché esperto di simmetrie e buon gusto, vi suggerisce: Su Amazon Prime L’amore ai tempi del colera (2007), film di Mike Newell tratto dall’omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez: 132 minuti che ci e vi faranno sicuramente rimanere in tema con gli eventi recenti. Cast Away (2000), del regista Robert Zemeckis e della durata di 143 minuti… Per coltivare la speranza! Su Netflix Call me by your name (2017): film di Luca Guadagnino da 131 minuti che racconta l’amore con toccante delicatezza. Pandemia globale (2020): docu-serie che non necessita di presentazioni; 1 stagione, 6 puntate da 40-52 minuti. Ricomincio da tre (1981): 106 minuti di puro relax grazie ai mitici Massimo Troisi e Lello Arena… un cult tutto italiano!   Locandina di Call Me By Your Name Filippo, Sales&Marketing Associate Director di Officina38 e, nel tempo libero, amante del buon cinema, consiglia di vedere… Su Netflix Storia di un matrimonio (Marriage Story), film scritto e diretto da Noah Baumbach (2019) da 136 minuti; Il petroliere (There Will Be Blood), film diretto da Paul Thomas Anderson (2007) della durata di 158 minuti;   Daniel Day-Lewis, protagonista del film Il petroliere A Sun, film diretto dal regista taiwanese Chung Mong-hong (2019) da 155 minuti; Dogman, film diretto da Matteo Garrone (2018) da 102 minuti; Dark (I Segreti di Winden), serie televisiva tedesca (2017-in corso), 2 stagioni, 18 episodi da 45-60 minuti. Marco, Video Editor di Officina38 con studi di cinema alle spalle, è certo che non possiate perdervi… Su Amazon Prime Fleabag (2016-2019): serial articolato in 2 stagioni, per un totale di 12 episodi da 24 minuti ciascuno (tempo di visione stimato: poco meno di 5 ore); The Office (2005-2013): serie televisiva, 9 stagioni, 201 episodi da 22 minuti (tempo di visione stimato: 74 ore). Su Netflix Maniac (2018): miniserie da 10 puntate di 40 minuti ciascuna (tempo di visione stimato: 7 ore); The Haunting (of Hill House): serial antologico (2018), 1 stagione, 10 episodi da 40-70 minuti; Disincanto (2018-in corso): serie animata, 1 stagione, 20 episodi da 22-36 minuti.   Disincanto Infine, Alice, Marketing Coordinator nonché studentessa di Cinema e media, consiglia: Su Amazon Prime Arrival (2016): film di Denis Villeneuve della durata di 116 minuti che parla in modo inedito e interessante di alieni… per un po’ di sana evasione; The Man in the High Castle (2015-2019): serial televisivo, 4 stagioni, 40 episodi da 48-70 minuti… Un toccasana per gli appassionati di distopia!   Immagine del film Arrival  Su Netflix Le pagine della nostra vita (2004), film di Nick Cassavetes da 124 minuti… Un evergreen del genere romantico che scioglierà anche i cuori più difficili da scalfire! Il fotografo di Mauthausen, film di Mar Targarona (2018) della durata di 110 minuti: un film toccante che ripercorre una delle pagine più oscure della storia recente; I Am Not Okay With This (2020): 1 stagione, 7 episodi da 19-28 min.; un serial recente (è stato pubblicato su Netflix lo scorso 26 febbraio), leggero e giovanile che arriva direttamente dai produttori di Stranger Things e dal regista di The End of the F***ing World: insomma, una piccola chicca da non perdersi! Mettere tutti d’accordo in fatto di gusti cinematografici e televisivi, così come sulla migliore modalità di fruizione di questi contenuti, non è certo una facile missione. Inoltre, al di là della sensibilità personale, anche lo stile di vita può notevolmente influire sulle scelte di visione che facciamo: non tutti possono permettersi di fare binge watching, alcuni semplicemente non amano terminare la propria serie preferita nel giro di una nottata… mentre altri ancora non sanno come resistere alla tentazione di vedere tutto e subito! Ecco perché Officina38 ha provato a venire incontro ai gusti e alle esigenze di (speriamo) tutti, stilando una lista di film e serial eterogenea da ogni punto di vista (genere, durata,

5 domande a Marco Quattrocolo, il nostro editor

 cosa pensiamo quando immaginiamo una produzione video? C’è sicuramente un’idea di partenza, la scelta delle location e quella degli attori, le riprese, il rumore del ciak e… “aaaazione!!!”, che abbiamo sentito dire tantissime volte.     Ma c’è anche una fase molto importante: la postproduzione è la parte di lavoro che segue la fine delle riprese, ma che si ricollega al momento in cui ci siamo immaginati il video per la prima volta. È proprio qui che il girato viene montato e “confezionato”. Attraverso la postproduzione il video prende vita e si avvicina sempre di più all’idea iniziale, fino a rivestirla perfettamente ed essere pronto, finalmente, per andare in onda. Marco è il nostro montatore-filosofo, che vive il tempo ad un ritmo completamente diverso da tutti noi, lo distilla e lo riorganizza attraverso il suo lavoro meticoloso. Ci siamo fermati alla sua scrivania per provare ad entrare nel suo mondo, fatto di millisecondi, di tagli, immagini e suoni inseriti esattamente nel posto giusto, al momento giusto.   Come si diventa un professionista del montaggio, da dove è partito tutto? La passione per il montaggio è scaturita in modo preponderante dal mio modo di essere: sono maturato in ritardo rispetto ai miei coetanei, ho avuto modo di osservare molto prima di poter accedere al tempo reale, come se coltivassi il “dietro le quinte” anche nella mia vita. Questo è stato per me, e per quello che sarebbe diventata la mia professione, un valore aggiunto. A un certo punto, infatti, mi sono guardato intorno e mi sono chiesto: “Come faccio ad utilizzare tutto questo e a farlo fruttare?” Al DAMS di Torino ho incrociato l’opera di Ėjzenštein ed è stato amore a prima vista: ho subito capito che mi sarei dedicato al montaggio. Poi ho seguito diversi corsi professionalizzanti, e fatta gavetta in un’importante serie tv, sono finalmente approdato alle grandi case di produzione creative di Torino. Lì ho capito un’altra cosa: non solo montaggio, ma quello che mi affascinava di più era il montaggio pubblicitario. Perché lo sottolinei? C’è una differenza tra montare un video pubblicitario e un film? Una differenza enorme, certo. Con il racconto pubblicitario è necessario agire in tempi brevissimi: hai 30, 45, 60 secondi per raccontare una storia. In quella manciata di attimi devi saper catturare l’atmosfera, trovare l’emozione giusta e farla arrivare dritta sotto la pelle di chi guarderà il tuo spot. È attraverso il lavoro di postproduzione che tutte le idee, le aspettative e gli obiettivi iniziali convogliano e si fanno video vero e proprio, magari con una serie di criticità che possono presentarsi e alle quali è necessario dare una risposta. Come funziona il tuo lavoro? A riprese ultimate mi arriva uno script con uno shooting board, dove vengono segnalati i ciak più convincenti. Questo mi permette di costruire una sorta di mappa per orientarmi nel lavoro fatto dai colleghi sul set. Organizzare il materiale è fondamentale: devo capire come sono state girate le scene, a quale risoluzione, a che frame rate, quante inquadrature e quanti ciak sono stati girati; se l’audio è registrato a parte devo metterlo in sync con il labiale. Esattamente come farebbe un sarto: imbastisco il mio progetto di montaggio e comincio a selezionare il materiale. I segreti di un buon montaggio sono la scelta delle immagini di partenza e il confronto che riesci ad instaurare con il regista, titolare della creatività visiva dell’opera, la figura ideale con cui scambiare suggestioni e condividere il lavoro. A materiale razionalizzato, con il regista al proprio fianco, si procede alla realizzazione di quello che in gergo viene chiamato il “director’s cut”, che non è nient’altro che il taglio e l’assemblaggio delle scene del film, così com’è stato pensato e realizzato dal regista. È il suo personale punto di vista. Quando siamo soddisfatti del montaggio, si condivide la visione del video con il cliente (che a volte è proprio presente fisicamente, com’è successo per Diasorin), che guarda il video e dà le sue primissime impressioni. Quindi sei anche una specie di mediatore? Diciamo di sì, il mio è un lavoro che cambia molto a seconda dei diversi progetti. Mi capita di montare alcuni pezzi completamente in solitaria, ma anche di passare ore al telefono con i colorist, gli esperti del 3d e di After Effects nei lavori che non trattano direttamente di live action (ad esempio i video per  Zhermack), per essere sicuro di riuscire a tradurre tutte le intenzioni grafiche e visive del brand, rendendo reale l’intenzione che i creativi avevano espresso all’inizio del lavoro. Ad esempio, come traduciamo l’immagine del logo del brand in un’animazione? In postproduzione ogni singolo elemento concorre a cementare i valori e i messaggi che l’azienda vuole trasmettere. Il “bravo montatore” è quello che capisce e tiene insieme tutte le suggestioni che arrivano per interpretarle al meglio, senza andare mai fuori tema. Ci lasci qualche ispirazione? Vi lascio i titoli dei libri che più mi hanno insegnato l’arte del montaggio, partendo da quella bibbia laica che è “Teoria generale del montaggio” di Ėjzenštein, per chi vuole fare un vero e proprio viaggio nel tempo, agli albori di questa tecnica. Poi c’è “Dare forma alle emozioni”, di Roberto Perpignani, che raccoglie le riflessioni, le considerazioni e la didattica “istintiva” di Roberto, un grande maestro del montaggio che ha lavorato anche con Orson Welles. Infine, “Manuale del montaggio”, di Diego Cassani, un vero e proprio percorso trasversale che affronta tutti gli aspetti connessi alla comunicazione audiovisiva in senso ampio.  

Location management: anche i luoghi raccontano storie

Quale location scegliere tra le strade di una grande metropoli, una piscina olimpionica, il bar che sembra uscito dagli anni ’50 o il deserto sconfinato? rasformare un obiettivo di marketing in una storia affascinante è quello che sappiamo fare meglio, ma tutto deve essere ambientato nel luogo giusto: le storie vivono in simbiosi con il luogo in cui vengono raccontate, che deve saperle contenere ed amplificare allo stesso tempo. Che ne sarebbe del “Gran Budapest Hotel” se Wes Anderson non avesse avuto in mente il posto perfetto? Lo stile grottesco ed originale del film è merito anche della location, protagonista assoluta del racconto. Per ricrearla, il team di produzione ha visitato numerosi hotel davvero esistenti e  l’idea degli interni è arrivata dal grande magazzino tedesco Görlitzer. Professione: location manager. Il location manager è la figura professionale che si occupa della ricerca del luogo perfetto per poter raccontare una storia, un professionista “dallo sguardo aperto”, che riesce a scovare o ricreare il posto perfetto per ambientare ogni situazione. Lo scouting è la fase preliminare del lavoro e consiste nella ricerca fisica di strade, palazzi storici, case private, angoli della città che vengono minuziosamente catalogati: il  bravo location manager è quello che fotografa e poi annota nel suo personale archivio nomi, indirizzi e caratteristiche di ogni posto, ma – soprattutto – sa guardare il luogo in cui si trova in tutte le sue sfumature, immaginando già che tipo di situazione potrebbe contenere. Una città come Torino, dove si gira davvero tantissimo tra film e serie tv, se “vestita” nel modo giusto può diventare l’Argentina oppure trasformarsi immediatamente in Parigi. Tutto quello che manca per rendere la location davvero perfetta viene costruito ad hoc: in “Profondo Rosso” Dario Argento pensava ad un bar dalla forma uguale a quello visto in un quadro di Edward Hopper, che fu ricostruito esattamente uguale in Piazza CLN.   Quando si lavora ad una nuova produzione, il location manager per prima cosa legge la sceneggiatura, esattamente come se fosse un libro, per riuscire ad entrare dritto nello sguardo del regista e visualizzare gli ambienti adatti ad ogni scena: in questa fase del lavoro è lo scenografo il grande interlocutore del location manager, colui che dà l’impianto artistico e visivo della sceneggiatura. L’obiettivo comune è quello di compilare una lista di luoghi a partire dall’archivio personale del location manager, che fa una serie di proposte sulla base delle richieste della produzione fino a che… si fanno – letteralmente –  i conti con la realtà. Bello, ma… quanto mi costa? La location perfetta è quella che mette d’accordo le ambizioni artistiche del regista con le esigenze pratiche, i tempi e i budget della produzione. Oltre alla parte artistica è necessario tenere in considerazione tutti gli aspetti pratici e burocratici: il location manager si occupa anche della parte contrattuale e finanziaria. Coordinare le giornate di produzione, far rispettare il contratto e gli orari pattuiti, gestire le autorizzazioni rilasciate dagli enti pubblici sono tutti compiti che il location manager svolge prima e durante la fase di riprese. C’è bisogno di inscenare un incendio o un tamponamento? Occorre avvisare i vigili del fuoco e la polizia. Dobbiamo girare in una strada in centro città in pieno sole ma domani pioverà a dirotto? Serve pensare subito ad una alternativa. Per tutto il tempo delle riprese, il location manager rappresenta il punto di contatto tra la proprietà, l’amministrazione locale, la produzione e il suo lavoro continua anche dopo l’ultimo ciak: lo spazio deve essere lasciato esattamente come lo si è trovato, per poter tornare se stesso e accogliere una nuova storia. Abbiamo il luogo perfetto anche per il tuo prossimo video Qui in Officina38 siamo tutti dei grandi viaggiatori e ci portiamo stretti negli occhi i posti che abbiamo visitato e quelli dove abbiamo girato le scene più belle, scelte in collaborazione con i nostri location manager di fiducia: quella volta che abbiamo realizzato la promozione degli sport estivi del comprensorio di Cervinia, quando siamo volati a Bangkok a raccontare storie di persone, di sport, di passione per Adidas oppure quando intorno a noi avevamo solo il deserto del Mojave, California, che con eleganza e silenzio si intonava perfettamente alla Maison Missoni. Che ambientazione immagini per il tuo prossimo video? Dove si trova il tuo cliente ideale o dove vorrebbe essere grazie al tuo prodotto? Raccontacelo e noi lo trasformiamo in realtà.   Collaboriamo da anni con persone e brand coraggiosi. Sarebbe bello creare qualcosa anche con te! Inviaci una mail a info@officina38.com o vieni a trovarci per un caffè in via Saluzzo 45/G a Torino.