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Come le serie tv influenzano il marketing

he Queen’s Gambit, Game of Thrones, Stranger Things, Mad Men, La casa di carta, The Handmaid’s Tale. Chi di noi non ha sentito nominare queste serie tv almeno una volta? Chi di noi non ha almeno un amico che dedica intere nottate al binge watching? Queste sono ormai, a tutti gli effetti, un fenomeno culturale e letterario che investe diversi campi della nostra quotidianità diventando, spesso, vero e proprio elemento di aggregazione. In un mondo dominato dalle piattaforme streaming, non sorprende quindi che le serie tv abbiano superato la semplice definizione di prodotto di intrattenimento, per bussare alle porte del marketing. E non parliamo più di semplice product placement o brand integration! Ecco, quindi, qualche esempio di come abilità letteraria e marketing possano mescolarsi e collaborare generando trend e fenomeni di massa! Una delle serie più emblematiche da questo punto di vista è la recente The Queen’s Gambit (La regina degli scacchi) . La miniserie racconta l’ascesa e il successo di Beth Harmon, giovane scacchista tanto geniale quanto condannata ad una condizione di eterna orfana. È uscita su Netflix il 23 Ottobre 2020 e, da allora, si è aggiudicata il titolo di serie Netflix più vista al mondo con 62 milioni di spettatori nel giro di 28 giorni (sì, i numeri sono noiosi… ma in questo caso vale la pena citarli!). Al di là del successo di pubblico e di critica, però, a sconvolgere l’opinione pubblica è stato il fenomeno commerciale e sociale intorno al gioco degli scacchi che ne è conseguito. Nelle tre settimane successive al debutto, infatti, le vendite unitarie dei set di scacchi sono aumentate dell’87% negli Stati Uniti, mentre quelle dei libri sulle strategie scacchistiche sono aumentate del 603%. Senza contare le vendite dell’omonimo libro di Walter Tevis, pubblicato nel 1983, da cui la serie è tratta. Anche a voi, guardando questa serie, è venuto l’irrefrenabile desiderio di riprendere la vecchia scacchiera sepolta nell’armadio? The Queen’s Gambit, però, non è certo la prima serie ad aver oltrepassato lo schermo, generando un trend mondiale. Siamo nel luglio 2007 quando l’emittente statunitense AMC manda in onda il primo episodio di Mad Men. La serie racconta la vita dell’affascinante copywriter Don Draper, alle prese con le campagne pubblicitarie della Sterling & Cooper di Madison Avenue, in una tanto caotica quanto seducente New York degli anni ’60. Con i suoi personaggi estremamente accattivanti e il tanto variegato quanto elegante guardaroba (creato dalla costumista Janie Bryant) nel giro di sette stagioni Mad Men ha generato un diktat modaiolo. Non sorprende quindi che grandi firme come Prada, Banana Republic, Top Shop, Massimo Rebecchi e Jil Sander abbiano preso spunto dalla serie per creare le loro nuove collezioni. E ciò non è valso solo per il ritorno alla moda vintage anni ’60, per l’improvviso impennarsi della richiesta di un certo tipo di cocktail o per il valore iconico che le sigarette Lucky Strike hanno assunto sin dal primo episodio. Il personaggio di Don Draper ha costituito per il genere maschile un vero e proprio prototipo di uomo da emulare e a cui aspirare. Quando si parla di vintage non si può non citare la serie che sul Vintage Marketing Nostalgico ha basato il suo successo: Stranger Things. Serie tv icona della piattaforma streaming che l’ha creata, Stranger Things viene definita “ode alla cultura pop degli anni ’80”. Perché se è vero che ci siamo affezionati ai personaggi e che ci siamo fatti travolgere dalla trama avvincente e piena di colpi di scena, non possiamo nascondere di essere perdutamente innamorati dell’ambientazione, dello stile, delle musiche e delle numerose citazioni alla cultura cinematografica e letteraria che ha fatto da sfondo all’infanzia e all’adolescenza di molti di noi. Questo le aziende lo hanno capito bene e non si sono lasciate sfuggire l’occasione. Di solito si dice che le storie traggano ispirazione dalla realtà. Nel caso di Stranger Things, invece, possiamo affermare che il Sottosopra abbia letteralmente infestato la nostra quotidianità dandoci l’illusione di vivere nel mondo di Mike, Eleven, Will, Dustin e Lucas. McDonald, Coca Cola, Nike, Polaroid, sono solo alcune delle aziende che si sono adeguate a questo trend. E l’avventura non è ancora finita. Tocca solo tappezzare la parete dietro al divano di lettere e lucine colorate, in attesa della prossima stagione. Perché riprodurre i simboli delle nostre serie preferite ci fa sentire, in qualche modo, parte di esse. Sono stati proprio i simboli, infatti, a rendere La Casa de Papel (La casa di carta) un fenomeno globale. Il tentativo del Professore e della sua squadra di rapinare la zecca spagnola ha riscosso consensi in tutto il mondo. Dopo quattro stagioni, sfido chiunque a non identificare questa serie con una maschera di Dalì, una tuta rossa e persino la canzone Bella ciao. Ecco che la serie acquisisce degli elementi e dei simboli già esistenti nella realtà, li carica di un nuovo significato e li reimmette nella società rendendoli in tutto e per tutto branded content. Ecco come il rosso delle tute, le maschere di Dalì e Bella ciao diventano simbolo di ribellione, indignazione e scetticismo verso il sistema (quello che i nostri personaggi combattono nella serie e in cui lo spettatore si immedesima) e il messaggio è chiaro: reagite! Come si fa a resistere a questo richiamo? Poco importa se il rosso è sempre stato simbolo di passione, resistenza e rivoluzione, che “Bella Ciao” sia storicamente un grido contro il fascismo e che l’idea della maschera come forma di sovversione sia già stata portata sullo schermo da autori come Alan Moore e James McTeigue in V per Vendetta… noi vogliamo La Casa de Papel! Un processo simile (con un valore più socioculturale che legato al marketing) è avvenuto con The Handmaid’s Tale. A partire dall’uscita della serie, infatti, è sempre più frequente vedere donne avvolte in lunghi mantelli rossi e con il viso nascosto da un ampio copricapo bianco durante le manifestazioni per i diritti delle donne. Quell’abbigliamento e, in particolare ciò che esso rappresenta, è diventato iconico e viene ora utilizzato per esprimere

#iorestoacasa ma… cosa guardo in tv?

enticinque titoli imperdibili disponibili su Netflix e Amazon Prime 😎   Vista e considerata la situazione di emergenza che sta affrontando il nostro paese, Officina38 ha pensato di rendersi utile, nel suo piccolo, alleggerendo la permanenza in casa dei suoi lettori durante tutto il mese di marzo! Cosa c’è di meglio di un buon film o di un’accattivante serie televisiva per trascorrere il tempo, da soli o in compagnia?! Secondo noi… praticamente nulla! Eccoci quindi pronti per dispensare consigli di visione, condividendo con voi l’enorme passione per il cinema (e le serie!) che accomuna tutto il team. “Se volete fare un film, non acquistate un’auto. Prendete il metro, l’autobus o camminate. Osservate da vicino le persone che vi circondano” Se è vero, come suggeriscono queste parole di Fritz Lang, che il cinema è prima di tutto contatto umano, vita quotidiana ed esperienza diretta, possiamo certamente concludere che film e forme di intrattenimento affini, attualmente, siano la miglior cura palliativa alla necessaria carenza di contatti esterni e interazioni sociali a cui tutti siamo tenuti. È proprio per questo che abbiamo scelto di offrire dei consigli che speriamo possiate apprezzare ma che, soprattutto, vorremmo davvero vi facessero compagnia in queste giornate di isolamento. Oltretutto, questo ci permette di farci conoscere un po’ meglio come team fatto di persone con gusti, passioni e sensibilità differenti. But now… Let’s start! 😎 Anna, Founder e Producer di Officina38, nonché cinefila per studio e vocazione, consiglia: Su Netflix The terminal (2004): film di Steven Spielberg e con Tom Hanks della durata di 130 minuti. In un momento in cui dobbiamo stare a casa, non male guardare un film di uno che è obbligato a vivere in un aeroporto… Mal comune, mezzo gaudio! Midnight Diner: Tokyo Stories (2009-in corso): 2 stagioni, 20 puntate da 23 minuti… semplici ma geniali (tempo di visione stimato: 8 ore). La città incantata (2001): cartoon giapponese di Hayao Miyazaki, della durata di 125 minuti, che ci aiuta a sognare. Diamanti grezzi (2020): film dei fratelli Safdie con protagonista Adam Sandler della durata di 135 minuti: un modo per combattere l’ansia… con l’ansia! Il Metodo Kominsky (2018): serie tv con Michael Douglas, con una grande sceneggiatura, ironica e molto cinica.   Un’immagine di Midnight Diner su Netflix Davide, fotografo e responsabile di produzione di Officina38, nonché esperto di simmetrie e buon gusto, vi suggerisce: Su Amazon Prime L’amore ai tempi del colera (2007), film di Mike Newell tratto dall’omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez: 132 minuti che ci e vi faranno sicuramente rimanere in tema con gli eventi recenti. Cast Away (2000), del regista Robert Zemeckis e della durata di 143 minuti… Per coltivare la speranza! Su Netflix Call me by your name (2017): film di Luca Guadagnino da 131 minuti che racconta l’amore con toccante delicatezza. Pandemia globale (2020): docu-serie che non necessita di presentazioni; 1 stagione, 6 puntate da 40-52 minuti. Ricomincio da tre (1981): 106 minuti di puro relax grazie ai mitici Massimo Troisi e Lello Arena… un cult tutto italiano!   Locandina di Call Me By Your Name Filippo, Sales&Marketing Associate Director di Officina38 e, nel tempo libero, amante del buon cinema, consiglia di vedere… Su Netflix Storia di un matrimonio (Marriage Story), film scritto e diretto da Noah Baumbach (2019) da 136 minuti; Il petroliere (There Will Be Blood), film diretto da Paul Thomas Anderson (2007) della durata di 158 minuti;   Daniel Day-Lewis, protagonista del film Il petroliere A Sun, film diretto dal regista taiwanese Chung Mong-hong (2019) da 155 minuti; Dogman, film diretto da Matteo Garrone (2018) da 102 minuti; Dark (I Segreti di Winden), serie televisiva tedesca (2017-in corso), 2 stagioni, 18 episodi da 45-60 minuti. Marco, Video Editor di Officina38 con studi di cinema alle spalle, è certo che non possiate perdervi… Su Amazon Prime Fleabag (2016-2019): serial articolato in 2 stagioni, per un totale di 12 episodi da 24 minuti ciascuno (tempo di visione stimato: poco meno di 5 ore); The Office (2005-2013): serie televisiva, 9 stagioni, 201 episodi da 22 minuti (tempo di visione stimato: 74 ore). Su Netflix Maniac (2018): miniserie da 10 puntate di 40 minuti ciascuna (tempo di visione stimato: 7 ore); The Haunting (of Hill House): serial antologico (2018), 1 stagione, 10 episodi da 40-70 minuti; Disincanto (2018-in corso): serie animata, 1 stagione, 20 episodi da 22-36 minuti.   Disincanto Infine, Alice, Marketing Coordinator nonché studentessa di Cinema e media, consiglia: Su Amazon Prime Arrival (2016): film di Denis Villeneuve della durata di 116 minuti che parla in modo inedito e interessante di alieni… per un po’ di sana evasione; The Man in the High Castle (2015-2019): serial televisivo, 4 stagioni, 40 episodi da 48-70 minuti… Un toccasana per gli appassionati di distopia!   Immagine del film Arrival  Su Netflix Le pagine della nostra vita (2004), film di Nick Cassavetes da 124 minuti… Un evergreen del genere romantico che scioglierà anche i cuori più difficili da scalfire! Il fotografo di Mauthausen, film di Mar Targarona (2018) della durata di 110 minuti: un film toccante che ripercorre una delle pagine più oscure della storia recente; I Am Not Okay With This (2020): 1 stagione, 7 episodi da 19-28 min.; un serial recente (è stato pubblicato su Netflix lo scorso 26 febbraio), leggero e giovanile che arriva direttamente dai produttori di Stranger Things e dal regista di The End of the F***ing World: insomma, una piccola chicca da non perdersi! Mettere tutti d’accordo in fatto di gusti cinematografici e televisivi, così come sulla migliore modalità di fruizione di questi contenuti, non è certo una facile missione. Inoltre, al di là della sensibilità personale, anche lo stile di vita può notevolmente influire sulle scelte di visione che facciamo: non tutti possono permettersi di fare binge watching, alcuni semplicemente non amano terminare la propria serie preferita nel giro di una nottata… mentre altri ancora non sanno come resistere alla tentazione di vedere tutto e subito! Ecco perché Officina38 ha provato a venire incontro ai gusti e alle esigenze di (speriamo) tutti, stilando una lista di film e serial eterogenea da ogni punto di vista (genere, durata,