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Virtual set: la nuova frontiera della produzione video

Virtual set

Virtual set: vi raccontiamo la nostra esperienza di produzione video adv in uno studio virtuale fra i più grandi in Europa. [5’ di lettura] La nostra esperienza con il virtual set  2.000 metri cubi di immagini ed emozioni, 512 metri quadrati di led, 23 paranchi motorizzati per luci sospese e capriate. È l’affascinante contesto del virtual studio in cui abbiamo lavorato nell’ambito di una produzione adv per un importante brand internazionale. Inaugurati a Torino nel 2023, i Prodea Led Studios sono il primo virtual set interamente sviluppato in Italia. Ad oggi i loro LEDwall vantano la risoluzione più alta in Europa e un “pixel pitch” fra i più definiti al mondo. La produzione che ci ha portati su questo speciale teatro di posa, del resto, aveva numeri altrettanto importanti. Un grande brand, numerosi soggetti coinvolti, staff internazionale, una troupe di 60 persone e le tecnologie di ripresa più avanzate. Ci siamo occupati del service per la realizzazione di uno spot che andrà on air in tutto il globo. E qui vi accompagniamo alla scoperta della virtual production. Cos’è un virtual set? Il virtual set, o virtual studio, è un ambiente dotato di grandi fondali LED dinamici che creano l’illusione di trovarsi in uno spazio creato artificialmente. Un deserto, un grande parco, un paesaggio lunare, una città trafficata: qualsiasi luogo può essere ricreato per effettuare riprese sorprendenti, senza muoversi dal set. Superando – almeno per alcuni aspetti – le potenzialità del green screen, la produzione virtuale ci riporta quindi al teatro di posa. Attori e troupe tornano a vedere in tempo reale il mondo in cui si muovono virtualmente, con la sua atmosfera e i suoi colori. Ma con enormi differenze rispetto al passato, tanto per la qualità delle immagini, quanto per il modo in cui queste sono gestite. Sul set virtuale lo sfondo, un enorme LEDwall semicircolare, si muove in tempo reale secondo precisi calcoli continui in funzione dei movimenti delle camere. L’immagine cambia anche in funzione delle lenti e di tutte le caratteristiche delle camere che riprendono in quel momento. Così, grazie alle più innovative tecnologie 3D a livello hardware e software, l’immagine in movimento risulterà a video incredibilmente realistica. Quali sono i vantaggi della virtual production? I vantaggi più evidenti della produzione video in un virtual studio sono legati al tempo e allo spazio delle riprese. Come primo vantaggio, un film o uno spot ambientato in diversi luoghi molto distanti fra loro può essere girato interamente senza muoversi dal set. Questo comporta un grande risparmio in termini di tempistiche e di costi per lo spostamento della troupe e del cast. L’altro beneficio evidente riguarda la gestione della luce, delle condizioni meteo e di tutte le variabili legate alle riprese in ambienti reali. Sul virtual set, ad esempio, un tramonto può durare tutta la giornata. Non ci sono strade da bloccare né eventi meteorologici vincolanti. Lo spot di una collezione moda estiva può essere più facilmente girato in pieno inverno. Se produzione e regia hanno maggiore controllo su molti aspetti cruciali, anche gli attori possono per certi aspetti beneficiare di un set virtuale. È il caso delle scene al volante di un’auto: immersi in un ambiente totalmente realistico, senza bisogno di guidare realmente, possono concentrarsi al 100% sull’interpretazione. Un ulteriore vantaggio sono le opportunità che si aprono alla creazione di mondi futuristici e di fantasia. Nonché la possibilità di girare in ambienti come Marte, qualsiasi pianeta o lo spazio stesso. Quando non ha senso utilizzare un virtual set? Naturalmente, la produzione virtuale comporta costi significativi, che vanno ponderati rispetto a quelli di una produzione in ambiente reale. Se le location scelte non sono molto distanti fra loro e non presentano particolari problematiche a livello meteo o logistico probabilmente converrà il set reale. Altri fattori da tenere in conto sono il tempo a disposizione per la pre-produzione e la libertà di improvvisare alcune scelte sul set. I fondali virtuali e dinamici vengono infatti disegnati accuratamente in anticipo, per cui cambiare location all’ultimo potrebbe risultare ben più problematico, lungo e costoso. Inoltre il set virtuale non consente qualunque tipo di interazione con gli spazi da parte degli attori. Come cambia la produzione video se si usa un virtual studio? Se da un lato non occorre il tempo di spostamento per raggiungere diverse location, dall’altro è necessario il tempo di preparazione degli ambienti virtuali. In questa fase sono coinvolte figure professionali specifiche, come i 3D artist che disegnano gli sfondi. Il reparto tecnico della troupe deve essere specializzato ed è parte integrante del teatro di posa ospitante. D’altra parte, anche la regia e il direttore della fotografia devono conoscere le peculiarità tecniche della produzione virtuale. Ci sono infatti differenze tecniche nella gestione delle luci e degli spazi. Le riprese in motion control Come dicevamo, la nostra esperienza sul set virtuale è legata a una produzione adv per un grande brand internazionale. Si è optato quindi per l’uso delle tecnologie più avanzate sotto tutti gli aspetti. Per le riprese abbiamo impiegato il motion control di Bolt, che permette di governare automaticamente il movimento del braccio che muove la camera. Il motion control è normalmente utilizzato per creare riprese ad effetto in table top in ambito food. In quel caso, solitamente, il braccio meccanico effettua movimenti velocissimi, che nel video finale vedremo in slow motion. Sul virtual set abbiamo adottato questa tecnologia perché permette un altissimo livello di controllo. In motion control, infatti, la ripresa può essere effettuata anche più volte eseguendo con assoluta precisione lo spostamento secondo la traiettoria e la velocità desiderate.  Vuoi produrre un video per il tuo brand o per un tuo cliente? Siamo pronti a lavorare per le produzioni tecnologicamente più avanzate, ma questo non ci impedisce di amare il set (reale) in ogni sua forma. Dai un’occhiata a una selezione dei nostri lavori e contattaci se vuoi saperne di più!

Come realizzare il video di un evento? La nostra esperienza

Officina38 come realizzare il video di un evento

[6′ di lettura] Come realizzare il video di un evento? Qual è la chiave per produrre in poco tempo contenuti foto e video professionali nel corso di un happening importante? Eventi aziendali, convention, iniziative di lancio di un brand o di un prodotto, gare sportive sono momenti da documentare e raccontare. Sul web, sui social, in conferenza stampa. Per valorizzarli al meglio occorrono professionalità, esperienza, attrezzature adatte e un coordinamento perfetto.  In questo articolo vi raccontiamo come Officina38 lavora per realizzare al meglio le riprese foto e video di un evento. E di come ci organizziamo per consegnare in poco tempo contenuti di alta qualità, capaci di soddisfare anche i brand più esigenti. Il tutto destreggiandoci fra meteo imprevedibili, VIP super richiesti e gli eventuali imprevisti del caso, con un mix di adrenalina, nervi saldi e buon umore. Buona lettura! Pre-produzione: giocare d’anticipo Ferrari Car Launch, Round One, Golden Boy, Omega Speedmaster sono solo alcuni dei grandi eventi di cui abbiamo seguito la copertura foto e video. Cosa ci dice l’esperienza? Che la partita più importante si gioca d’anticipo. Preparare l’evento significa prevedere con estrema precisione cosa succederà, quando, dove, come e chi dovrà essere coinvolto in ogni istante. Lavoriamo con gli organizzatori per creare una scaletta accurata e condivisa. La fase preparatoria è inoltre fondamentale per capire quali attrezzature e competenze sono necessarie per realizzare i contenuti richiesti, nei tempi concordati. Questa è la base per organizzare le squadre e coordinare i flussi di lavoro. Ogni squadra avrà specifici compiti e deadline, prima durante e dopo l’evento, e ciascuno saprà a chi rivolgersi per ogni evenienza. Tutto l’evento minuto per minuto: la scaletta Dal punto di vista organizzativo, gli eventi che seguiamo vanno trattati quasi come una diretta: ogni minuto è fondamentale. In questi happening, infatti, i momenti clou possono durare pochi istanti. E noi non possiamo perdere nulla di quei momenti: il discorso del/la CEO, la presentazione del prodotto, il passaggio di una celebrity. Per questo, sulla scaletta condivisa, il timing è scandito ai 5 minuti se non addirittura al singolo minuto. Oltre alle attività di ripresa, in programma possono comparire anche alcune fasi preliminari di post produzione. È il caso degli eventi in cui ci viene richiesto di consegnare in giornata i primi contenuti pronti alla diffusione. La crew vedrà allora coinvolti editor e assistenti dedicati, in modo che durante l’evento produzione e post produzione viaggino in parallelo. Benvenuti a bordo! Coinvolgere la crew prima dell’evento Se redigere una buona scaletta è determinante, condividerla lo è ancora di più. Il briefing del team di produzione prima dell’evento va curato con grande attenzione. Sarà fondamentale, infatti, che ciascuno si trovi sempre nel posto giusto al momento giusto. Che sappia esattamente cosa fare, a chi fare riferimento e che sia pronto in caso di cambi di programma. La crew avrà un dress code chiaramente riconoscibile, perché deve accedere liberamente a tutte le aree in cui è previsto il suo lavoro. Dovrà muoversi agilmente, rapidamente, senza intoppi. A questo scopo si fa un giro della venue prima dell’evento e ogni persona viene dotata di tutti i pass del caso. I ruoli nella crew Ma chi fa parte del team di produzione audiovisiva in un evento? Ecco i ruoli principali della crew: Producer: si relaziona con il cliente e con gli organizzatori dell’evento, inclusi i tecnici. È il punto di contatto, con una visione d’insieme su tutta l’attività di produzione. Va avvisato immediatamente in ogni momento cruciale. Assistente di produzione: monitora l’operatività, recepisce problematiche ed esigenze da parte del team e si interfaccia con il Producer. Fotografi e videomaker: si occupano delle riprese, ciascuno con attrezzatura, un punto di vista e un ruolo specifico nella produzione di contenuti statici o dinamici. Chi si occupa dei video destinati ai social, ad esempio, è generalmente attrezzato e organizzato diversamente rispetto a chi fa riprese per un video istituzionale. Editor: si apposta generalmente in un luogo più tranquillo e cura la post produzione video in tempo reale (o quasi), con il materiale che riceve dagli assistenti camera. Assistenti camera: hanno solitamente un ruolo logistico di contatto fra cameramen ed editor. Trasportano schede di memoria piene e vuote e, in alcuni casi, scaricano il girato per passarlo all’editor. Assistenti fotografi: fanno una prima, rapida post produzione delle fotografie. Questo permette di presentare gli scatti immediatamente al cliente, ai fini di una prima scrematura. Su questa selezione si farà una post produzione più approfondita, all’occorrenza anche il giorno stesso dell’evento. Dronista: un operatore autorizzato ed esperto è necessario in caso di uso di droni. Elettricisti e macchinisti: nel corso degli eventi più complessi può essere utile un supporto tecnico interno alla crew. Elettricisti e macchinisti possono dedicarsi anche in modo esclusivo ad allestimenti specifici, come i set per le interviste alle celebrities. Armiamoci e partiamo: attrezzatura e logistica Uno degli aspetti più importanti da analizzare per attrezzarsi correttamente è il fattore luce. Come sarà illuminata la venue? Luce naturale o artificiale possono avere innumerevoli declinazioni e questo incide sul tipo di camere da utilizzare. Un sopralluogo della location viene fatto con quanto più anticipo possibile per impostare il light design, così come per organizzare la logistica. Dove accadranno i fatti da riprendere? Dove passeranno le celebrities? Quali spazi occuperanno gli invitati, quanto saranno affollati, quali saranno percorribili e quali si possono occupare senza intralciare? Queste informazioni sono necessarie per organizzare la dislocazione del team e i suoi movimenti. A seconda delle necessità, il team di produzione può risultare più o meno “ingombrante”. I videomaker dedicati ai social sono solitamente quelli che si muovono più agilmente, senza cavalletto, per realizzare riprese dinamiche. Cameramen e fotografi potrebbero aver bisogno di una postazione fissa e il più possibile “protetta”. Se si prevedono scatti o interviste dei VIP, poi, si può prevedere l’allestimento di un set dedicato, che sarà dotato di luci, sfondi e tutto il necessario. In caso sia previsto un drone, nel rispetto delle regole di sicurezza previste dall’Ente Nazionale Aviazione Civile, si può realizzare una ripresa

LinkedIn: personal branding e CEO branding

Linkedin personal branding

[7′ di lettura] Personal branding e CEO branding su Linkedin: quanto ne sai? Con 1 miliardo di utenti nel mondo – di cui 16 milioni in Italia – LinkedIn è per antonomasia il social network delle relazioni professionali. E se 58 milioni di imprese hanno una pagina aziendale, la loro presenza sulla piattaforma è in realtà molto più ampia e sfaccettata. Merito del cosiddetto “CEO branding”, la strategia attivata da AD e manager che scendono in campo per comunicare direttamente attraverso i rispettivi profili personali. Una scelta incentivata dalle logiche stesse di LinkedIn, così come dai trend del marketing e della comunicazione in generale. Del resto, se i brand cercano da tempo di raccontarsi come persone, non sorprende che le persone “vere” possano raccontare i brand in modo efficace. E in molti casi vincente. E allora, come curare la comunicazione del proprio profilo LinkedIn? Come raccontare il nostro lavoro in modo efficace e strategico – anche per la nostra azienda – senza per questo rinunciare a esprimere la nostra personalità? Ne parliamo in questo blog post attingendo alla nostra esperienza diretta. Perché Officina38 supporta gli imprenditori anche in questo frangente! LinkedIn: perché dovresti esserci Anche in caso siate “poco social”, LinkedIn è un canale che potreste prendere in considerazione. Perché come dicevamo è uno strumento di comunicazione strettamente professionale. Niente gattini e buongiornissimi, insomma… che a dire il vero si possono evitare anche sugli altri social, ma questa è un’altra storia. A cosa serve LinkedIn? Ecco i principali usi che possono farne professionisti e aziende: fare networking mirato seguire i trend del proprio settore tenere d’occhio i competitor rafforzare la propria brand identity farsi conoscere (brand awareness & positioning) rafforzare il proprio posizionamento su Google valorizzare e raccontare la propria esperienza costruire reputazione e credibilità professionale trovare nuovi clienti / fornitori / investitori  attrarre e fidelizzare talenti Come utilizzare LinkedIn per goderne i vantaggi Che si punti sulla pagina aziendale, sul profilo personale o su entrambi, per godere delle opportunità offerte da LinkedIn sarà necessario utilizzarlo con approccio professionale. Le buone prassi: avere un profilo completo e curato in ogni sua parte utilizzare foto e video di qualità professionale scrivere testi efficaci e orientati all’obiettivo pubblicare contenuti con continuità alimentare la propria rete di contatti leggere il feed con continuità seguire i Gruppi LinkedIn del settore seguire e partecipare attivamente ai dibattiti di interesse A queste si aggiungono alcune accortezze tecniche, come l’impostazione delle opzioni di visibilità in base ai propri obiettivi o la scelta della modalità Content creator. Anche monitorare le nuove funzionalità offerte dalla piattaforma e i suoi trend sarà utile per non restare indietro. Utilizzare LinkedIn in modo “fruttuoso” richiede quindi tempo, continuità e competenze specifiche. Per questo molte società si affidano a professionisti (come noi) per progettare e implementare la strategia di comunicazione della pagina LinkedIn aziendale. E sempre più spesso chiedono di supportare anche l’AD (o altre figure executive) nella cura dei rispettivi profili LinkedIn personali. LinkedIn, personal branding e CEO branding Sempre più professionisti e manager partecipano attivamente al mondo di LinkedIn, anche esponendo la propria immagine personale. Quando qualcuno sceglie questa strada soprattutto per farsi portavoce dei valori e dei successi della propria azienda, allora si parla di “CEO branding”. E che siano effettivamente CEO o persone con altri ruoli di responsabilità, questa scelta personale è chiaramente preziosa per il brand. Vediamo perché funziona. Comunicare attraverso un profilo personale permette innanzitutto di adottare un tono di voce maggiormente informale e diretto. Quando si esprimono opinioni e valutazioni, lo si fa “mettendoci la faccia”, e questo ha un valore importante in termini di credibilità. Intervenire in un dibattito a titolo individuale permette di costruire relazioni di stima personale che giovano all’immagine della propria azienda. Non solo: queste relazioni professionali possono spostarsi dall’online all’offline, trasformandosi in opportunità di collaborazione preziose tanto per le persone coinvolte quanto per le rispettive aziende. Altri vantaggi del personal branding su LinkedIn Sul piano pratico, ci sono anche vantaggi ancora più immediati e “terra a terra”. Uno è legato agli algoritmi, che generalmente favoriscono le visualizzazioni dei post pubblicati sui profili personali, specialmente su quelli più attivi. L’altro è legato alla natura umana. Pensate alla rete di contatti che avete costruito negli anni attraverso quel mix unico di esperienze personali e professionali che è la vostra vita. Pensate a quanti di loro potrebbero essere anche solo potenzialmente stakeholder per la vostra azienda. E ora chiedetevi: quanti fra loro seguono gli account istituzionali del vostro brand, e quanti vi seguono sui vostri social personali? E anche se foste persone “poco social”, quanti dei vostri conoscenti risponderebbero negativamente a una richiesta di collegamento personale via LinkedIn? Ecco perché le persone sono uno dei canali di comunicazione più preziosi per un’azienda. Curare la pagina LinkedIn aziendale è fondamentale, ma avere persone che avvalorano la comunicazione del brand mettendoci la faccia è altrettanto strategico. Se poi l’azienda è vostra, esporvi personalmente potrebbe essere ancora più naturale ed efficace. CEO branding e pagina aziendale: di cosa parlare su LinkedIn? Se pubblicare contenuti con frequenza e costanza è una condizione necessaria, pianificare lo sarà ancora di più. Certo, anche l’instant marketing ha il suo valore. Occorre seguire i trend del settore in cui si opera e saper intervenire con prontezza sui temi più dibattuti del momento. Per tutto il resto c’è il piano editoriale. Sulla pagina LinkedIn aziendale troveranno spazio i focus sui valori del brand, la presentazione dei lavori più importanti, la dotazione tecnologica. Ci saranno contenuti dedicati alle competenze interne, allo staff, alla capacità di innovazione. Si farà recruiting. Si terrà traccia degli eventi istituzionali con relative menzioni e ringraziamenti. E sul profilo personale? Chi ha un ruolo in azienda può raccontare tutto questo attraverso un punto di vista e un tono di voce differenti. Magari andando un po’ oltre la semplice condivisione dei post aziendali. Può portare una testimonianza diretta, raccontare come e perché un lavoro, un incontro, un cliente hanno portato valore al suo percorso professionale. Può soffermarsi più a lungo

VIP, coltelli, autostrade e foodporn: i nostri highlights 2023!

I nostri highlights 2023

I nostri highlights 2023! VIP, coltelli, autostrade e foodporn: una carrellata delle produzioni video e dei principali lavori fatti nel corso dell’anno. [4′ di lettura] Dalle baite fra cime innevate alle spiagge assolate, passando per terrazze romane e gallerie d’arte torinesi. Dai rigogliosi vivai alle stanze multicolor di un museo. E poi ancora campi sportivi, parchi, teatri, appartamenti e cucine… anche il 2023 ci ha visti calcare il set in location di ogni tipo! Sport, atleti e missili spaziali Se nel 2022 ci siamo immersi nel mondo della Formula1, del tennis e degli e-sports, il 2023 è stato l’anno della pallavolo e della corsa. Abbiamo rincorso migliaia di runner e maratoneti nella nostra Torino, dotandoci di ogni mezzo a due o più ruote: moto, bici, skateboard… Il burro di arachidi di Fiorentini, insieme a Chocolat Productions, ci ha invece portati sul set con Alessia Mazzaro, campionessa europea di volley. Al fianco di una giovanissima promessa della Chieri ‘76 Volleyball, Alessia è la protagonista di uno spot dall’energia davvero… spaziale! Cinema & VIP Se parliamo di VIP, già lo saprete… fra i nostri highlights 2023 non possiamo non citare il lavoro fatto con Carmine Elia e Giacomo Giorgio! Con il regista e il protagonista di “Mare fuori”, infatti, abbiamo girato lo spot tv di Autostrade per l’Italia sulla sicurezza stradale. Lo abbiamo fatto insieme all’agenzia Ninetynine, con cui ancora una volta abbiamo condiviso un set prestigioso, con grande soddisfazione. Lo spot, parte di una campagna di comunicazione integrata che include tv, radio, stampa e affissioni, andrà on air nei cinema italiani in questo periodo natalizio. Risate  Squadra che vince non si cambia! Con grande piacere siamo tornati sul set con Beppe Vetti diretto dalla scoppiettante regista Alessandra Cataleta. Insieme a loro avevamo già girato la serie – riuscitissima e premiata – “Pave and Go – Smart Flooring System” di Emilgroup, in collaborazione con BTREES. Questa è stata la volta di Ripet, con cui abbiamo collaborato tutto l’anno per raccontare quanto sia semplice e utile riciclare le bottigliette in plastica. Oltre al video tutorial animato, agli shooting fotografici e alla collaborazione con un’influencer, si è deciso di veicolare il messaggio anche in chiave divertente. Qui entra in gioco il nostro duo: le comiche “Dire, Fare, Riciclare” mostrano come usare gli ecocompattatori sia più semplice “a farsi che a dirsi”. Inutile precisare che le risate non sono mancate… già a partire dalle riprese! Scorpacciate  Un’altra cosa che non ci siamo fatti mancare, da buoni italiani, è… il cibo! Quest’anno lo abbiamo immortalato davvero “in tutte le salse”. Piccole cucine e ristoranti gourmet, fumanti pizze appena sfornate e dessert raffinati, chili di verdure da affettare e casse colme di zucche per celebrare l’autunno. Ne abbiamo viste di tutti i colori, e diciamolo: ove possibile, ci siamo beatamente sacrificati per smaltirlo nel modo più… naturale! Industrial mood Non di solo cibo si nutrono i set di Officina38. Un altro grande classico che, va detto, ci piace molto, è l’industrial. Girare per le fabbriche, catturare i giochi di luce che si creano negli impianti, ritrarre attrezzi multicolor e scoprire tecnologie sorprendenti. L’innovazione tech ha un grande fascino che si presta particolarmente bene al racconto per immagini. Siamo fieri che clienti come Multitel, Sedamyl, Zhermack, MM Construction ci affidino il compito di valorizzare i loro brand attraverso scatti e video strategici. Quel che non si può, e quello che sarebbe meglio non raccontare! Nessun blog post sarà mai abbastanza lungo per raccontare il lavoro di un anno. Senza contare che, come ben sa chi è del mestiere, ci sono anche molti lavori che non si possono raccontare! Perché ad uso interno di un’azienda, perché ancora non pubblicati, per mille e più che comprensibili ragioni. La nostra quotidianità, d’altra parte, non è solo sul set. Ci sono anche tanti momenti trascorsi in ufficio, a farci i dispetti e dare la colpa ad Alessandro. Le montagne di pasta cucinate da Fede e Sofia. Le diete di Marco e Massi. La fila col numerino per parlare con Anna quando è di fretta. I reel scemi che Silvia e Alice ci obbligano a girare. E come se non bastasse, a volte ci si mettono anche i nostri più fedeli collaboratori e clienti… Da chi ci dà l’assalto con temibili fucili ad acqua a chi ci porta in regalo due splendide colleghe pennute. Insomma, un altro anno incredibile se ne va, e noi stanchi e soddisfatti ci apprestiamo a goderci un po’ di sane vacanze. Grazie per tutte le storie che ci avete chiesto di raccontare finora: non vediamo l’ora di scoprire e vivere insieme le prossime! Guarda il nostro showreel 2023!

A spasso con l’influencer

Una giornata di lavoro con un’influencer, anzi, un’ecoinfluencer: ecco com’è andata! Strane biciclette, macchine parlanti, un viaggio fra impianti industriali e montagne di plastica colorata. Potrebbe sembrare una scena di “ordinaria” vita sul set, per noi abituati a girare nei contesti più stravaganti, ma quella di oggi è un’altra storia. È il racconto di una giornata trascorsa con Elisa Nicoli, content creator seguita su Instagram da oltre 160mila follower. La troupe più leggera del mondo – lei e il suo iphone, più una di noi – per produrre un contenuto di taglio giornalistico destinato ai social. Protagonisti: il suo volto, conosciuto come @eco.narratrice, e una storia da raccontare.   Una storia da raccontare Tutto parte dalla nostra collaborazione con Ripet, azienda che produce ecocompattatori per bottiglie in plastica. Innovative, smart, made in Italy, queste macchine raccolgono 24h/24 imballi vuoti con un sistema particolarmente efficiente e sostenibile. La loro pressa brevettata riduce del 90% il volume del materiale raccolto: meno spazio, meno viaggi, meno impatto. La loro tecnologia accetta solo PET ad uso alimentare, materiale altamente riutilizzabile, per poterlo avviare al riciclo senza passare dai centri di smistamento. Il sistema, che coinvolge enti pubblici e grande distribuzione, premia gli utenti con sconti e punti fidelity. A questo si aggiunge la passione di chi il progetto lo ha studiato, approfondito, realizzato. Un’impresa piemontese che crea occupazione sul territorio, facendo rete con altre aziende e generando lavoro a livello locale e nazionale. Storytelling: il nostro mestiere Quella di Ripet è insomma una bella storia, e noi abbiamo iniziato a raccontarla. Abbiamo scattato per loro fotografie in grado di comunicare in un’immagine l’efficienza della loro tecnologia e l’energia del loro team. Abbiamo prodotto un video in graphic animation che mostra come utilizzare l’ecocompattatore e cosa accade alla bottiglia dopo averla depositata. Abbiamo realizzato anche qualcosa di speciale, ironico, creativo: se seguite Ripet su Instagram, Linkedin o Facebook presto lo vedrete. Abbiamo creato contenuti di qualità per i social, con costanza e cura. Ed eccoci al dunque. Se lavorare sull’identità di un brand richiede tempo e perseveranza, fare sinergia con chi già frequenta il tuo target è un ottimo boost. Vai dove ti porta il target Perché collaborare con un’influencer? Perché proprio l’eco.narratrice? È vero che, grazie all’incentivo dei buoni sconto e alla presenza davanti ai supermercati, gli ecocompattatori Ripet sono frequentati da un pubblico ampio ed eterogeneo. Alcuni raccolgono fino a 10mila bottiglie in un giorno! Volevamo però raccontare i vantaggi di questo sistema (rispetto alla classica raccolta differenziata) a un target specifico, particolarmente attento alla sostenibilità. Così ci siamo rivolti a chi questo target lo conosce bene, e da tempo. Elisa Nicoli, documentarista, educatrice e comunicatrice ambientale, scrive di questi temi dal 2007. Oggi è conosciuta su Instagram come @eco.narratrice e i suoi video raggiungono centinaia di migliaia di utenti. La bella sorpresa è stata scoprire che Elisa già si stava interessando al tema della raccolta selettiva del PET e intendeva approfondirlo. Ecco perché per un giorno abbiamo abbandonato le nostre camere da presa e seguito sul campo un’ecoinfluencer. Del resto, come per qualsiasi produzione, il momento delle riprese non è che un pezzo del puzzle. Il nostro team Comunicazione ha lavorato con Elisa e con Ripet prima, durante e dopo per approfondire, allinearsi sui contenuti, concordare strategie. E ha funzionato: il reel che l’eco.narratrice ha dedicato a Ripet ha superato il milione di visualizzazioni, con migliaia di reazioni e centinaia di commenti. A spasso fra viali di plastica recuperata Ma come è andata la giornata? Siamo partite presto da Torino, dove Elisa ci ha raggiunte per viaggiare insieme verso Cavallermaggiore (CN). Prima tappa: la sede di Ripet, dove nascono gli ecocompattatori. Un luogo a noi familiare, visto per un giorno con altri occhi. Elisa è curiosa, appassionata, preparata, e pone domande molto puntuali. Lo staff Ripet non è da meno, e conosce bene la sua materia: è stato, insomma, un bello scambio. Abbiamo ripreso ogni aspetto della tecnologia di queste macchine, incantate dal movimento circolare della pressa che schiaccia le bottiglie e divertite da una ‘Ricicletta’. Poi è stata la volta di un ecocompattatore “sul campo”, quello installato in piazza dal Comune di Marene (CN). Terza e ultima tappa, la più sorprendente: abbiamo visitato un impianto di riciclo delle bottiglie in PET. Nel reel di backstage sui nostri social si intuisce (forse) che effetto faccia passeggiare fra immensi cumuli di plastica recuperata. Sembrano alti palazzi colorati, e non finiscono mai. Da un lato ti assale l’impressione per quanta plastica usiamo in questo mondo. Dall’altro sai che questa è quella recuperata, gestita, interamente destinata a trasformarsi in nuove bottiglie, per evitare di produrre nuova plastica. Il PET diventa rPET, che potrà essere riciclato ancora centinaia di volte. Elisa si muove con grande agio in questo mondo, riprende e fa domande tecniche per conoscere ogni passaggio della filiera. A fine giornata è soddisfatta, abbiamo fatto un buon lavoro.   Non solo video! Sapevi che, oltre alla produzione di foto e video, ci occupiamo anche di strategie editoriali, comunicazione digitale, social media? Elaboriamo piani di comunicazione altamente personalizzati studiando il posizionamento, il tono di voce e la strategia più efficace per rafforzare visibilità e notorietà del tuo brand. Abbiamo skill interne e un solido network di professionisti per soddisfare ogni esigenza. Seguici sui social e contattaci per saperne di più!   Potrebbero interessarti anche: Il valore della comunicazione B2B: non solo like e follower Cosa può fare Officina38 per te? Scoprilo qui  

Una notte sul set

Vi raccontiamo il backstage di una notte sul set romano, con Giacomo Giorgio e Carmine Elia. In questa estate 2023 molti di voi avranno notato i manifesti e gli spot tv firmati da Autostrade per l’Italia con lo slogan “Non chiudere gli occhi. La sicurezza stradale riguarda anche te”. La campagna di sensibilizzazione, realizzata in collaborazione con Polizia di Stato e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si rivolge in particolare al pubblico più giovane. Officina38 è stata coinvolta nella produzione dello spot televisivo diretto da Carmine Elia, il talentuoso regista di Mare fuori, con protagonista Giacomo Giorgio. Quando si lavora per un grande brand, è la sinergia collettiva fra tante persone e professionalità che permette di raggiungere l’obiettivo. Su questo set romano, nuovamente al fianco di Ninetynine – l’agenzia che ci ha affidato anche altre produzioni per Autostrade per l’Italia e Ferrari, per citare le più rilevanti – abbiamo lavorato non solo con un regista d’eccezione, Carmine Elia, ma anche con un cast di alto livello: Giacomo Giorgio, Raffaella Rea e Fausto Sciarappa.Attori che hanno fatto la differenza non solo per la comprovata professionalità, ma anche per il livello di coinvolgimento con cui hanno aderito al progetto e al suo fine sociale. Una produzione dal sapore cinematografico, per la narrazione e per le figure coinvolte, realizzata con una troupe di circa 50 persone. Tutto in una notte Ma rispetto a quanto accade nel cinema, in una produzione pubblicitaria le tempistiche sono a dir poco risicate. Con un abile incastro fra importanti impegni professionali del regista e le scadenze per la messa in onda in tv, tutto si è giocato in poche, intensissime settimane. Non fanno eccezione le riprese, che abbiamo realizzato nell’arco di una sola notte.Ed è in questi casi che, per raggiungere l’obiettivo, si giocano l’esperienza e l’abilità di ogni reparto tecnico coinvolto. Pensiamo alla location manager, che suonando ai citofoni di decine di abitazioni, ha trovato in tempo record l’abitazione perfetta. Che doveva rispondere a precise esigenze registiche e scenografiche. Trovare la quadra su una location non è semplice, perché sono tanti i punti di vista tecnici da considerare. Ci sono i bisogni della fotografia, degli scenografi, degli elettricisti, di chi cura gli effetti speciali, di chi fa volare il drone e così via.   Terrazze romane La scena si svolge in un appartamento, interno notte, in quella che appare come una tipica serata familiare, all’ora di cena. Dopo il dialogo fra il giovane protagonista e i genitori, la camera si sposta verso l’esterno, portando lo sguardo dello spettatore a sorvolare l’autostrada sottostante. Per realizzare questo, un’abitazione privata si è trasformata in tempo record in un set brulicante di attrezzature e di persone. Uno spazio ristretto per la produzione di uno spot tv, compensato dalla grande terrazza sul tetto messa a disposizione dal condominio. Una perfetta cornice romana che ha riscaldato l’atmosfera nel momento dell’attesa, al tramonto, ospitando la cena informale con cui la troupe si è preparata alla nottata di riprese. Il tempo sul set Le ore scorrono in modo peculiare in queste circostanze. C’è la preparazione a pieno ritmo nelle settimane e nei giorni precedenti. Dopo un lavoro tanto intenso, arrivato il giorno delle riprese, a un certo punto il tempo sembra fermarsi. Tutto è pronto, si attende il calare del sole, per un attimo hai la sensazione di non far nulla – o almeno così ti sembra – quando all’improvviso la macchina di mette in moto e si parte. Tutto quanto è stato preparato minuziosamente si realizza, ed è tanto rapido quanto intenso. Le preoccupazioni si sciolgono, le cose vanno lisce, è fatta. Si prova qualcosa di simile anche osservando l’allestimento del set: decine di persone che si muovono incessantemente per ore, secondo uno schema complesso eppure totalmente fluido, perché ben organizzato. Ma se nell’attesa l’allestimento può sembrare lunghissimo, il tempo del ripristino a fine set è invece un lampo. Tutto funziona perché ognuno sa cosa fare e quando farlo: c’è anche chi pensa a portare caffè e cornetto all’alba, quando tutto è finito e nessuno desidera di meglio. Un altro progetto importante volge al termine e noi rientriamo soddisfatti, sapendo di aver realizzato ancora una volta il desiderio di lavorare sui set in cui “tutti hanno gli auricolari”, come sognava Anna da bambina.

AI, Cinema e Pubblicità

AI, Cinema e Pubblicità: quale rapporto le lega? Possibile che l’immaginario fantascientifico abbia influenzato la ricerca tecnologica degli ultimi decenni, oppure la fiction ha avuto una straordinaria capacità visionaria? E ancora: come cambia il lavoro creativo di chi fa storytelling, comunicazione, pubblicità? Quali scenari per il prossimo futuro? Ne abbiamo parlato mercoledì 10 maggio in Officina38 nel corso di un evento che abbiamo organizzato nell’ambito dei Torino Digital Days 2023, in collaborazione con Tandù. Hanno risposto alle nostre domande Anna Frandino (Founder & Producer di Officina38), Stefano Sgambati (Frontend Developer @Tandù ed esperto di cinema) e Greg Ferro (Film Director e Creative Director di Glue). La tavola rotonda è stata moderata dalla nostra Alice Malaspina (team Comunicazione di Officina38). Uno scatto dell’evento nella sede di Officina38 Cinema e Intelligenza Artificiale, ieri e oggi La fantascienza è un genere letterario e cinematografico spiccatamente di speculazione, riflessione, idee, ipotesi, per comprendere la natura umana (Luigi Petruzzelli, direttore della casa editrice di fantascienza “Edizioni della Vigna”).  È possibile che gli scenari ideati per decenni dalla fiction si siano insinuati nella mente di scienziati e ricercatori al punto da incidere sugli effettivi sviluppi tecnologici a cui stiamo assistendo?  “Chiaramente è difficile stabilirlo, penso però – interviene Stefano Sgambati – che il cinema abbia in qualche modo fuorviato il pensiero collettivo rispetto alla tecnologia e al suo potenziale sviluppo. Ambientazioni noir, futuri distopici, gravi minacce per l’umanità e la sua stessa sopravvivenza sono un grande classico della fantascienza.  In ogni caso, quel che è certo è che il concetto di Intelligenza Artificiale affascina e interroga l’essere umano fin da tempi non sospetti. Molto prima di film come Ex machina (2015), il cui protagonista usa il Test di Turing per sondare l’intelligenza e l’eventuale coscienza di un umanoide, ci sono grandi successi, come Blade Runner o Terminator, che già negli anni ‘80 pongono questioni filosofiche importanti rispetto al rapporto fra uomo e macchina e alla possibilità di distinguere l’uno dall’altra. Del resto in quel periodo anche i videogame, da Space Invaders in poi, hanno iniziato a utilizzare algoritmi che permettono al giocatore di sfidare la macchina al pari di quanto prima si poteva fare solo con altri giocatori umani. Guardando alla realtà di oggi – prosegue Stefano – credo che certe questioni sollevate dalla letteratura e dal cinema fantascientifico si affaccino sul lato meno pericoloso della questione. Ci sono altri aspetti importanti della nostra quotidianità da tenere in considerazione,  come la credibilità delle fonti di informazione: se attualmente tendiamo a fidarci dei motori di ricerca, verosimilmente ci fideremo ancor di più delle risposte fornite da un sistema che ribatte in modo sensato e articolato a qualsiasi domanda. Questo è un problema, perché i chatbot basati su machine learning e GPT non dicono necessariamente la verità. O ancora: quali relazioni instaureremo con le macchine, e come impatterà questo aspetto sulle nostre vite? Suona ancora tanto improbabile la vicenda di Her, film del 2013 in cui un solitario Joaquin Phoenix si innamora di Samantha, un’interfaccia AI, per poi diventarne irrimediabilmente geloso, scoprendo che lei interagisce con altri 8.316 utenti?”   AI e professioni creative: quali vantaggi? Al di là delle questioni di natura più prettamente filosofica e sociale, molte persone oggi vedono nell’Intelligenza Artificiale una grande opportunità al servizio di molte professioni, ad esempio nel mondo della creatività. Quali?  “Osservando le prime sperimentazioni di video commercial realizzati con l’AI – commenta Anna Frandino – si potrebbe sottovalutare il potenziale di sviluppo per il nostro settore. Ma se consideriamo che già oggi, in 3 ore, una persona può realizzare un prodotto audiovisivo che prima richiedeva diverse giornate di lavoro, attrezzature e competenze, e se aggiungiamo la rapidità con cui la tecnologia si sta evolvendo, allora la prospettiva cambia totalmente. Fra pochi mesi avremo a disposizione software che ci permetteranno di produrre video di qualità, con un abbattimento di costi e tempi sorprendente. È quanto è sempre accaduto con la tecnologia – pensiamo a cosa può fare oggi un videomaker da solo, senza una casa di produzione alle spalle, rispetto a 20 anni fa – ma con un’evoluzione sempre più rapida e sorprendente.  Vedo in questo un grande potenziale che si apre – prosegue Anna – anche se non esente da rischi. Quello della svalorizzazione dei contenuti, ad esempio: se ci vuole poco tempo a farlo, allora vale poco? D’altra parte, l’AI potrebbe contribuire ad alzare il livello qualitativo medio dei contenuti che circolano (online, sui social) e questo mi pare positivo. Con un abbassamento dei costi di produzione e una maggiore sensibilità diffusa rispetto alla qualità dei contenuti, l’unica cosa che avrà davvero valore sarà l’idea iniziale e, con essa, la capacità di interagire al meglio con l’AI per svilupparla. Questa è la sfida che vedo per il prossimo futuro, per chi fa il nostro mestiere, e la trovo affascinante”. “Io sono positivo – interviene Greg Ferro – sulle potenzialità incredibili che l’Intelligenza Artificiale riserva a chi fa il nostro mestiere. Certo, la condizione imprescindibile è la nostra capacità di rinnovarci. Dobbiamo acquisire skill che fra breve saranno semplicemente indispensabili per continuare a lavorare. Dobbiamo farlo subito, e in ottica di apprendimento continuo, perché ormai poche settimane sono sufficienti per assistere a cambiamenti radicali. Bisogna anche attrezzarsi su vari fronti e tutelarsi: penso ad esempio alla startup che utilizza l’AI per riconoscere i testi generati da AI, e alla sua utilità in ambito scolastico o universitario. Dobbiamo anticipare l’evoluzione, più che starle dietro, ricordando che, a queste condizioni, l’elemento umano resterà utile e continuerà a fare la differenza.” Un’immagine creata da Officina38 con Midjourney 2032, il futuro che ci aspetta Nel 1948 George Orwell immagina il 1984 come un futuro distopico in cui, attraverso l’uso di speciali teleschermi, un governo totalitario controlla ogni istante della vita di ciascuno. Non a caso, il 1984 è l’anno in cui Apple annuncia il lancio del Macintosh con uno spot tv ormai passato alla storia. Una narrazione dell’eroe in cui la novità di Apple – il 1° personal computer, la tecnologia che si

Il valore della comunicazione interna e B2B: non solo like e follower

Che si tratti di clienti B2B, di stakeholder istituzionali o dei dipendenti stessi di una società, ci sono tante buone ragioni per dedicare attenzione alla comunicazione interna o mirata ad un pubblico specifico, sapendo che un investimento in questa direzione porterà valore tangibile sotto diversi punti di vista.  Se pensate che una casa di produzione creativa come Officina38 realizzi video, strategie e piani editoriali destinati esclusivamente alla comunicazione esterna – come spot tv, campagne social, siti web per un pubblico allargato – oggi vi riveliamo un lato diverso e altrettanto affascinante del nostro lavoro. Non è insolito, infatti, che si rivolgano a noi aziende interessate a coinvolgere in modo efficace altri tipi di target. Vediamo insieme come!   Informare, fidelizzare, vendere: la comunicazione B2B Quando si parla della comunicazione di un brand, il primo pensiero va abitualmente alla sua immagine pubblica, e facilmente si “valuta” la sua notorietà a portata di click: quanto è visibile sul web? Quanti follower ha sui social?  In realtà, per molte aziende Business to Business, avere una copertura mediatica allargata o una forte visibilità sui social può non essere un obiettivo prioritario. Questo non significa che la comunicazione non abbia un ruolo strategico!  Se, ad esempio, la mia società produce macchine industriali, o materiali ad uso medico, potrei aver bisogno di intercettare il mio target attraverso canali specifici. Anche i contenuti saranno differenti: in molti casi, l’informazione corretta e completa – anche a livello tecnico – sulle funzionalità del mio prodotto avrà un ruolo determinante. È qui che interviene Officina38: per clienti come Zhermack, fra i maggiori produttori e distributori internazionali di materiali e soluzioni per il settore dentale, e Multitel, storico gruppo industriale che produce piattaforme aeree autocarrate e cingolate, produciamo video tutorial e presentazioni tecniche ad hoc studiate per conciliare accuratezza, chiarezza ed efficacia. Spiegare e presentare bene il proprio prodotto significa valorizzarlo, e valorizzarlo significa venderlo di più e meglio.  A seconda delle esigenze, i video destinati a un target B2B possono avere un taglio più informativo/didascalico, ma anche dare spazio alla creatività, alle emozioni, allo storytelling, per raccontare i valori aziendali o per mostrare il prodotto sotto una luce nuova e accattivante.  Alcuni frame tratti dai webisodes realizzati per raccontare i valori aziendali di Multitel    Un altro caso tipico in cui la comunicazione B2B ricopre un ruolo fondamentale è la partecipazione alle fiere di settore. Progettare un layout attrattivo per lo stand, realizzare i giusti materiali da mostrare e distribuire, realizzare un video efficace e fruibile in quel contesto sono gli aspetti che concorrono maggiormente a intercettare il target di riferimento. Visual & graphic design, content strategy, copywriting sono le competenze che offriamo in questi casi accanto alle skill specifiche per la produzione di materiale foto e video, per fornire un servizio completo che accompagni il cliente dalla progettazione fino al giorno della fiera. Frame di un video prodotto per Zhermack in occasione della fiera mondiale IDS a Colonia   Coinvolgere, formare, prevenire: la comunicazione interna Quali motivi spingono un’azienda a investire sulla comunicazione interna? Pensando alle aziende con cui lavoriamo, ne distinguiamo almeno tre: creare senso di appartenenza e coesione interna, formare in modo proficuo lo staff e sensibilizzare per promuovere attivamente la sicurezza sul lavoro e i valori aziendali.    Creare senso di appartenenza Se oggi il team building è parte integrante delle politiche aziendali più diffuse, il lavoro sulla cultura interna e sulla “fidelizzazione” dei dipendenti non è forse ancora così scontato nel nostro Paese. D’altra parte, recenti fenomeni come la Great resignation o il Silent quitting potrebbero far riflettere in questa direzione.   Un’anticipazione ci arriva dai nostri clienti internazionali: in UK, dove da tempo il mercato del lavoro è più fluido di quello italiano, un’azienda sa che le sole leve economiche e contrattuali non sono sufficienti a “trattenere” nel tempo un dipendente. Investire sul senso di appartenenza non è quindi un plus riservato agli imprenditori illuminati, bensì una necessità strategica per gran parte delle aziende.  Come? Il primo passo è la condivisione interna intesa come coinvolgimento e non solo come passaggio di informazioni. Un esempio: la newsletter aziendale. Quanti la leggono davvero? Affidarsi a professionisti può aiutare non solo a renderla più gradevole e attrattiva, ma anche a trasformarla in uno strumento di reale scambio interno, ripensandola a partire dall’esperienza utente.  Sappiamo che gli operatori degli impianti industriali in molti casi non hanno (o non usano abitualmente) l’email aziendale. Per questo, nel caso di Sedamyl, azienda leader nella produzione di ingredienti per tutte le principali applicazioni alimentari e industriali, abbiamo studiato sistemi di diffusione ad hoc per ogni contesto, come i QRcode esposti negli stabilimenti produttivi o l’invio tramite whatsapp. Anche i contenuti sono stati rivisti per creare concretamente engagement: pubblicare su uno schermo accanto alla macchina del caffè la foto e il nome dei nuovi arrivati – o di chi ha fatto un salto di carriera o ricevuto un premio – genera interesse, alimenta conversazioni, crea coesione. Ci sono poi le iniziative che “superano” i confini aziendali per includere le famiglie dei dipendenti: le feste di Natale, i contest per i bambini, gli Open Day in cui i figli visitano il luogo di lavoro dei genitori. In questo frangente le aziende italiane hanno terreno fertile, perché la cultura della coesione informale tra colleghi e del coinvolgimento familiare sono diffuse e costituiscono un ottimo punto di partenza per generare valore tangibile e quindi un positivo “attaccamento” al posto di lavoro.    Formare per generare valore Quanto conta per un’azienda avere uno staff preparato, formato, aggiornato?  Se la risposta può sembrare ovvia, non è detto che le prassi consolidate, a volte secondo logica del “si è sempre fatto così”, rispecchino sempre l’importanza strategica di una formazione di alta qualità. Pensiamo, ad esempio, alle modalità di trasmissione interna delle istruzioni sull’uso di un nuovo macchinario. Per accertarsi che ogni dipendente sia attivamente coinvolto nella formazione tecnica, che riceva input chiari e che li recepisca in modo efficace, alcune aziende si rivolgono a noi.  Una soluzione è offerta dalla